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In Congo almeno 890 persone sarebbero state uccise tra il 16 e il 18 dicembre in quattro villaggi nel territorio dello Yumbi, nella provincia di Mai-Ndombe, verosimilmente in seguito a scontri etnici fra le comunità Banunu e Batende.
Lo riferisce oggi l'Ufficio per i Diritti umani delle Nazioni Unite citando "asserzioni" di fonti credibili.
Circa 465 case ed edifici sono stati bruciati o saccheggiati, tra cui due scuole primarie, un centro sanitario, un mercato e l'ufficio della Commissione elettorale nazionale indipendente, si legge in un comunicato dell'Onu.
L'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha avviato un'indagine su questi rapporti allarmanti. Anche le autorità giudiziarie nazionali hanno avviato un'indagine.
"È fondamentale che su questa violenza scioccante si indaghi a fondo e rapidamente e che gli autori ne rispondano davanti alla giustizia", ha dichiarato l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet.
A inizio gennaio, l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, aveva riferito che circa 16'000 rifugiati erano giunti nel vicino Congo-Brazaville in fuga dagli scontri sanguinosi a fine dicembre 2018 fra comunità a Yumbi nella Provincia di Mai-Ndombe, nel Congo occidentale.
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