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mercoledì 9 gennaio 2019

Malta ha autorizzato lo sbarco dei migranti sulle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, gioia e sollievo dei migranti

Il Post
I 49 migranti a bordo saranno poi accolti da otto diversi paesi europei, tra cui l'Italia: ma Salvini dice di non avere autorizzato alcun arrivo.

Malta ha autorizzato lo sbarco dei migranti a bordo delle due navi Sea Watch 3 e Sea Eye. I migranti, insieme ad alcune delle 280 persone soccorse dalla Guardia costiera maltese nelle ultime settimane, verranno ricollocati in otto diversi stati europei. 

La notizia è stata data mercoledì mattina in conferenza stampa dal primo ministro maltese, Joseph Muscat.
La nave Sea Watch 3, con a bordo 32 persone tra cui 3 minori non accompagnati, 2 bambini piccoli e un neonato, si trovava in mare da diciannove giorni; Sea Eye, con a bordo 17 persone, si trovava in mare da undici giorni. Quando è stato comunicato che Malta aveva autorizzato lo sbarco, la reazione dei migranti a bordo della Sea Watch 3 è stata questa.

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La Sea Watch 3, nave della ong tedesca Sea Watch che batte bandiera olandese, aveva soccorso 32 migranti al largo delle coste libiche il 22 dicembre. Nelle ore successive al soccorso, il comandante della nave aveva chiesto a diversi paesi europei – Italia, Malta, Spagna, Grecia – e alla Tunisia di poter attraccare in uno dei loro porti, ricevendo risposta negativa. Il 29 dicembre un’altra nave umanitaria tedesca, la Sea Eye, aveva soccorso 17 persone al largo della Libia e si era rifiutata di consegnarle alla Guardia costiera libica perché, secondo la ong, sarebbe stata una «violazione delle leggi internazionali».

La situazione era poi rimasta bloccata per giorni, con alcuni sindaci di Paesi Bassi, Germania e Italia che avevano dato la loro disponibilità all’accoglienza. Il 2 gennaio Malta aveva concesso alle navi l’ingresso nelle acque territoriali dell’isola, ma solo per ripararsi da condizioni meteo difficili e in ulteriore peggioramento.

Le condizioni delle persone a bordo erano da giorni piuttosto complicate. Sulle navi, avevano fatto sapere qualche giorno fa le due ong, si trovavano bambini e adulti stremati dalla traversata e dall’inverno, e traumatizzati dalla permanenza nei campi di detenzione della Libia.

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