L’ondata di freddo che ha investito la Bosnia-Erzegovina rende ancora più difficili le condizioni dei migranti che tentano di varcare il confine verso l’Unione europea
(Gaëlle Courtens) Non c’è acqua calda per lavarsi, non c’è abbastanza cibo, le condizioni igienico-sanitarie sono pessime, e fa freddo, molto freddo. I migranti bloccati in quello che viene chiamato il “cul de sac” della rotta balcanica sono allo stremo, e poco importa se sono ospitati in strutture ufficiali, o in campi fai-da-te.
A tracciare questo quadro desolante è Stefan Dietrich, membro dell'associazione umanitaria argoviese Netzwerk Asyl e co-fondatore dell’opera di aiuto ai profughi Help Now di Bremgarten (AG), che insieme ad alcuni volontari ha trascorso il periodo natalizio a fianco dei migranti nel lembo nord-occidentale della Bosnia-Erzegovina.
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