Finalmente è del tutto libera. Asia Bibi è libera di lasciare il Pakistan. La Corte Suprema ha respinto il ricorso contro la sentenza che il 31 ottobre scorso l'aveva assolta dal reato di blasfemia.
«Basandosi sul merito, questa richiesta di revisione è rigettata» ha decretato il presidente del collegio giudicante Asif Saeed Khosa questa mattina. Ora la madre cristiana, che ha trascorso in carcere oltre 9 anni, è libera di lasciare il Paese, ricongiungendosi probabilmente alle figlie che potrebbero essere già all'estero. Nella zona del tribunale, oltre alla polizia, erano state schierate anche truppe paramilitari per contrastare eventuali incidenti di piazza.
Il giudice: non si punisce un innocente
Secondo il giudice il firmatario del ricorso «non è stato in grado di individuare alcun errore nel verdetto della Corte Suprema che ha assolto Asia Bibi». Durante l'udienza, l'avvocato Ghulam Ikram, legale del ricorrente Qari Muhammad Salaam, aveva chiesto che a giudicare la richiesta fosse un tribunale più ampio che includesse anche religiosi islamici e ulema. Dura la risposta del presidente: «Il verdetto è stato emesso sulla base di testimonianze. Secondo l'islam una persona dovrebbe essere punita anche se non è stata giudicata colpevole? Ci dimostri cosa c'è di sbagliato nel verdetto».
Accanto a lei, il marito e l'avvocato
Fino ad oggi, dopo la sentenza di assoluzione, Asia Bibi si trovava sotto protezione in una località segreta in Pakistan. Libera a metà, non più detenuta ma impossibilitata a lasciare il Pakistan dove l'odio di gruppi fondamentalisti islamici avrebbe potuto significare per lei una concreta minaccia di morte. In questi mesi ha sempre avuto accanto il marito Ashiq Masih, mentre le figlie potrebbero essere già in Canada, dove avevano chiesto asilo, anche se le autorità di Ottawa non hanno finora confermato la notizia circolata tra la diaspora pachistana e sui media anglosassoni. Asia Bibi è madre di cinque figli, i maschi Nasim e Imran, e le ragazze Asha, Sidra, ed Esham, colpita da disabilità.
Lo storico avvocato difensore della donna, il musulmano Saiful Malook, era stato fuggito ad Amsterdam il 3 novembre, per il rischio di azioni punitive nei suoi confronti, e da lì era andato nel Regno Unito, ma ha deciso di rientrare in Pakistan proprio per essere presente alla sentenza odierna. Una scelta che Malook ha definito «permanente» ma, ha ammesso, «non immune da rischi», nonostante la richiesta di protezione avanzata al premier Imran Khan.
Secondo il giudice il firmatario del ricorso «non è stato in grado di individuare alcun errore nel verdetto della Corte Suprema che ha assolto Asia Bibi». Durante l'udienza, l'avvocato Ghulam Ikram, legale del ricorrente Qari Muhammad Salaam, aveva chiesto che a giudicare la richiesta fosse un tribunale più ampio che includesse anche religiosi islamici e ulema. Dura la risposta del presidente: «Il verdetto è stato emesso sulla base di testimonianze. Secondo l'islam una persona dovrebbe essere punita anche se non è stata giudicata colpevole? Ci dimostri cosa c'è di sbagliato nel verdetto».
Accanto a lei, il marito e l'avvocato
Fino ad oggi, dopo la sentenza di assoluzione, Asia Bibi si trovava sotto protezione in una località segreta in Pakistan. Libera a metà, non più detenuta ma impossibilitata a lasciare il Pakistan dove l'odio di gruppi fondamentalisti islamici avrebbe potuto significare per lei una concreta minaccia di morte. In questi mesi ha sempre avuto accanto il marito Ashiq Masih, mentre le figlie potrebbero essere già in Canada, dove avevano chiesto asilo, anche se le autorità di Ottawa non hanno finora confermato la notizia circolata tra la diaspora pachistana e sui media anglosassoni. Asia Bibi è madre di cinque figli, i maschi Nasim e Imran, e le ragazze Asha, Sidra, ed Esham, colpita da disabilità.
Lo storico avvocato difensore della donna, il musulmano Saiful Malook, era stato fuggito ad Amsterdam il 3 novembre, per il rischio di azioni punitive nei suoi confronti, e da lì era andato nel Regno Unito, ma ha deciso di rientrare in Pakistan proprio per essere presente alla sentenza odierna. Una scelta che Malook ha definito «permanente» ma, ha ammesso, «non immune da rischi», nonostante la richiesta di protezione avanzata al premier Imran Khan.
Gli estremisti sono stati isolati
Dopo l'assoluzione di Asia Bibi, gli estremisti musulmani del Tehreek and Labbaik Pakistan (Tlp) avevano inscenato manifestazioni anche violente, con incidenti e devastazioni, invocando la pena capitale per la cristiana. Le proteste erano rientrate solo dopo l'assicurazione da parte del governo che l'Alta Corte avrebbe riesaminato il caso.
Arrestati a migliaia con i loro leader, è stata fatta terra bruciata attorno a loro, lasciando come unico pretesto la richiesta di sovvertimento della sentenza attraverso l'ultimo appello del "grande accusatore", un imam. Oggi si è chiuso anche quest'ultimo capitolo.
Dopo l'assoluzione di Asia Bibi, gli estremisti musulmani del Tehreek and Labbaik Pakistan (Tlp) avevano inscenato manifestazioni anche violente, con incidenti e devastazioni, invocando la pena capitale per la cristiana. Le proteste erano rientrate solo dopo l'assicurazione da parte del governo che l'Alta Corte avrebbe riesaminato il caso.
Arrestati a migliaia con i loro leader, è stata fatta terra bruciata attorno a loro, lasciando come unico pretesto la richiesta di sovvertimento della sentenza attraverso l'ultimo appello del "grande accusatore", un imam. Oggi si è chiuso anche quest'ultimo capitolo.
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