Genova - «Avevo scelto di non parlare di Prince Jerry per rispettare il dolore della sua morte e desolazione. Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità. Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto».
Lo scrive don Giacomo Martino, responsabile Migrantes di Genova, dopo che un suo messaggio inviato ieri ad alcuni membri della comunità parrocchiale è stato, a suo dire, «impropriamente» diffuso su Facebook.
Nel messaggio don Giacomo raccontava di un 25enne nigeriano, ospite del centro d’accoglienza di Multedo, a Genova, che si è tolto la vita lunedì, lanciandosi sotto un treno a Tortona. Il suicidio del ragazzo, che studiava chimica, è avvenuto dopo il diniego alla sua richiesta di permesso per motivi umanitari, recentemente annullato dal Decreto Sicurezza. Domani alle 11:30 verranno celebrati i funerali nella Chiesa dell’Annunziata.
L’annuncio della tragedia ai parrocchiani
«Cari tutti, ieri sono stato tutto il giorno a Tortona. Uno dei nostri ragazzi, Prince Jerry, dopo aver ricevuto il diniego alla sua domanda di permesso di soggiorno si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui».
Nel messaggio don Giacomo raccontava di un 25enne nigeriano, ospite del centro d’accoglienza di Multedo, a Genova, che si è tolto la vita lunedì, lanciandosi sotto un treno a Tortona. Il suicidio del ragazzo, che studiava chimica, è avvenuto dopo il diniego alla sua richiesta di permesso per motivi umanitari, recentemente annullato dal Decreto Sicurezza. Domani alle 11:30 verranno celebrati i funerali nella Chiesa dell’Annunziata.
L’annuncio della tragedia ai parrocchiani
«Cari tutti, ieri sono stato tutto il giorno a Tortona. Uno dei nostri ragazzi, Prince Jerry, dopo aver ricevuto il diniego alla sua domanda di permesso di soggiorno si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui».
Il messaggio di monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova, è inviato alla chat dei suoi parrocchiani: ma rimbalza presto fuori dai confini della chiesa e svela la storia di un ragazzo di 25 anni arrivato in Italia sui barconi partendo dalla Nigeria.
«Prince Jerry non scappava dalla guerra, nessuno lo avrebbe ammazzato al suo Paese - racconta monsignor Martino - era un laureato che sperava di trovare un futuro migliore e non aveva alcuna speranza di essere accolto, da quando il permesso per motivi umanitari è stato annullato dal recente Decreto». I funerali si terranno domani alle 11.30 nella chiesa dell’Annunziata di Genova.
Cgil Genova: «Il decreto sicurezza è inumano»
La tragica morte di Prince Jerry, il 25enne migrante nigeriano suicidatosi questa settimana, è «la puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano che ha annullato la possibilità di richiedere e ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari». Lo afferma la segreteria della Camera del lavoro di Genova, annunciando la presenza domani ai funerali del ragazzo. Si tratta di «un decreto che la Camera del Lavoro di Genova non smetterà mai di contrastare - aggiunge - Questo giovane ragazzo era perfettamente integrato, nel suo paese era laureato in chimica e stava studiando per farsi riconoscere anche qui il titolo di studio».
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