Genitori e bambini per raccontare una città solidale e antirazzista. L'idea è nata durante un'assemblea dei genitori della scuola Di Donato preoccupati per l'effetto del decreto sicurezza su famiglie e compagni di classe
È questa la frase che l'associazione promotrice ha scritto sugli striscioni che sovrastano la piazza e stampato sulle magliette andate a ruba. Sui cartelloni disegnati dai bambini della scuola compaiono scritte come "I diritti umani non sono un privilegio" e "Aprite i porti per aprire i cuori".
L'idea della mobilitazione è nata durante un'assemblea dei genitori della scuola del I municipio preoccupati per l'effetto del decreto sicurezza sulle famiglie e sui bambini della Di Donato. "Alcune persone rimarranno o sono rimaste senza permesso umanitario - ha detto Silvia Stefanovichj, una delle mamme che ha organizzato la manifestazione - Come faranno? Cosa succederà a loro e ai bambini?".
Molti gli interventi dal palco: "Questa è la Roma che resiste e che si oppone - ha detto Alessandro Natali dell'Istituto Comprensivo di via dei Sesami, a Centocelle - non solo al decreto Salvini ma anche a chi governa questa città e non fa nulla per contrastarne gli effetti diventando complice".
"Tra i nostri ragazzi c'è chi non ha il passaporto non possiamo rimanere in silenzio - ha raccontato Danilo Corradi del liceo Amaldi di Tor Bella Monaca che aveva indetto uno sciopero dei docenti nei giorni in cui 47 persone erano bloccate sulle navi delle Ong e non potevano attraccare sulle coste italiane.
Non solo protesta e opposizione: piazza Vittorio si è riempita di suoni con la musica della Stradabanda e l'orchestra di Tor Pignattara e tanti altri gruppi musicali della città. Anche i bambini della Di Donato si sono esibiti in un flash mob cantando: "Roma accogliente, multiculturale, Roma ama il mondo, città solidale".
Marina De Ghantuz Cubbe
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