Sei coppie, arrestate in hotel per relazioni «inappropriate» sono state sottoposte al supplizio pubblico, dopo mesi di carcere Critiche degli attivisti per i diritti umani.
Una nuova fustigazione pubblica a Aceh, lunedì. La prima dopo la fine della sospensione di mesi nell’unica provincia nella pur musulmana Indonesia dove la legge coranica, la sharia, è applicata nella sua massima estensione con eccezione della pena capitale.
A controllarne l’applicazione e a deferire ai giudici i colpevoli – in maggioranza responsabili di rapporti extraconiugali o omosessuali – è una apposita «polizia della morale». Due giorni fa, sei coppie sono state punite nel capoluogo Banda Aceh dove erano state arrestate lo scorso anno dopo un’irruzione nelle camere d’albergo dove si trovavano.
A quattro sono state inflitte sette frustate perché in compagnia ma non in atteggiamenti compromettenti, mentre le altre sono stati condannate tra 17 e 25 colpi per rapporti intimi al di fuori del matrimonio. Una pena preceduta per tutti da mesi di carcere. Più che la punizione in sé, l’effetto dissuasivo deriva dalla sua pubblicità. Come indicato all’agenzia UcaNews da uno dei protettori della moralità pubblica, «la legge intende avere un effetto deterrente, non solo per i colpevoli, ma anche per gli spettatori». Il fatto, poi, che questi eventi siano tenuti davanti a fotografi e giornalisti, con la possibilità per chiunque di riprenderli con videocamere e smartphone, la rende insieme parti- colarmente temuta e odiosa.
In almeno un caso, quello di una 16enne accusata tre anni fa di prostituirsi perché aveva assistito a un concerto rock, l’esposizione alla vergogna ha portato al suicidio. Non a caso, i gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente chiesto la sua rimozione o almeno un’attenuazione, come pure ha fatto l’attuale presidente Joko Widodo. L’opposizione della forte maggioranza musulmana locale e le pressioni di partiti legati all’islamismo radicale hanno finora impedito ogni modifica, delicata anche sul piano politico. La situazione di Aceh deriva dalla sua speciale forma di autonomia, garantita nel 2001 dopo un lungo conflitto e la pace raggiunta con il movimento indipendentista del Gam. I moderati temono quindi che una pressione sugli estremisti e sulla politica locale possa scatenare una reazione.
E che la richiesta già avanzata da alcuni per un’estensione geografica della sharia possa trovare favore altrove per merito della predicazione estremista. Non a caso, nei giorni scorsi all’estremità orientale dell’arcipelago, nella provincia di Papua, manifestazioni dei cristiani, qui maggioritari, hanno chiesto l’espulsione di Ja’far Umar Thalib, un imam che tra il 2000 e il 2003 alimentò le tensioni interreligiose sull’isola di Ambon, nelle Molucche. Negli scontri, morirono 5mila persone.
A quattro sono state inflitte sette frustate perché in compagnia ma non in atteggiamenti compromettenti, mentre le altre sono stati condannate tra 17 e 25 colpi per rapporti intimi al di fuori del matrimonio. Una pena preceduta per tutti da mesi di carcere. Più che la punizione in sé, l’effetto dissuasivo deriva dalla sua pubblicità. Come indicato all’agenzia UcaNews da uno dei protettori della moralità pubblica, «la legge intende avere un effetto deterrente, non solo per i colpevoli, ma anche per gli spettatori». Il fatto, poi, che questi eventi siano tenuti davanti a fotografi e giornalisti, con la possibilità per chiunque di riprenderli con videocamere e smartphone, la rende insieme parti- colarmente temuta e odiosa.
In almeno un caso, quello di una 16enne accusata tre anni fa di prostituirsi perché aveva assistito a un concerto rock, l’esposizione alla vergogna ha portato al suicidio. Non a caso, i gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente chiesto la sua rimozione o almeno un’attenuazione, come pure ha fatto l’attuale presidente Joko Widodo. L’opposizione della forte maggioranza musulmana locale e le pressioni di partiti legati all’islamismo radicale hanno finora impedito ogni modifica, delicata anche sul piano politico. La situazione di Aceh deriva dalla sua speciale forma di autonomia, garantita nel 2001 dopo un lungo conflitto e la pace raggiunta con il movimento indipendentista del Gam. I moderati temono quindi che una pressione sugli estremisti e sulla politica locale possa scatenare una reazione.
E che la richiesta già avanzata da alcuni per un’estensione geografica della sharia possa trovare favore altrove per merito della predicazione estremista. Non a caso, nei giorni scorsi all’estremità orientale dell’arcipelago, nella provincia di Papua, manifestazioni dei cristiani, qui maggioritari, hanno chiesto l’espulsione di Ja’far Umar Thalib, un imam che tra il 2000 e il 2003 alimentò le tensioni interreligiose sull’isola di Ambon, nelle Molucche. Negli scontri, morirono 5mila persone.
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