Avvenire
La Procura di Agrigento ha disposto il dissequestro della Mare Jonio, la nave della missione Mediterranea, sottoposta a sequestro probatorio a metà della scorsa settimana. Nel decreto di dissequestro non viene indicata alcuna prescrizione per la nave a cui non è impedito di riprendere il largo.
Un’operazione che però non sarà immediata. «Siamo contenti per il dissequestro della nave Mare Jonio, ce l’aspettavamo. Perché, come sempre abbiamo detto, siamo molto sereni e sicuri. Noi andiamo avanti a testa alta», ha detto Luca Casarini, il capo missione della nave Mare Jonio. «Adesso dobbiamo riorganizzare le cose – spiega Casarini – l’inchiesta va avanti, e io sarò interrogato martedì prossimo».
Anche per questa ragione difficilmente la nave umanitaria potrà tornare nell’area di ricerca e soccorso prima di mercoledì prossimo. Il dissequestro «è una buona notizia, perché Mare Jonio è di nuovo a disposizione. Noi non ci siamo mai fermati, continuiamo a occuparci di un dramma umanitario che sta accadendo a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. E lo facciamo in terra oltre che in mare».
Nell'ambito dell'inchiesta sono stati iscritte nel registro degli indagati due persone, il Comandante della nave Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini. I due sono indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per il mancato rispetto dell'ordine di arrestare l'imbarcazione da parte di una nave da guerra. Marrone è già stato interrogato la scorsa settimana, per quasi sette ore, a Lampedusa, Casarini verrà invece interrogato, alla presenza del suo legale Fabio Lanfranca, martedì 2 aprile alla Procura di Agrigento.
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