Sono quelli espulsi dai circuiti di accoglienza e integrazione in seguito al decreto Salvini ma che non sono stati allontanati dall’Italia: I dati Eurostat 2018: in Germania e Francia il maggior numero di richieste di asilo.
Dal giorno dell’entrata in vigore del decreto sicurezza in Italia ci sono oltre 40.000 stranieri irregolari in più. La stima è stata diffusa dall’Ispi, istituto di ricerca su temi internazionali che già prima del varo della nuova legge aveva avvertito sui rischi connessi alla stretta sui permessi umanitari.
Secondo gli esperti, infatti, il boom degli stranieri «fantasma» è dovuto al fatto che migliaia di immigrati hanno perso le tutele di legge ma non sono stati espulsi dal territorio italiano.
L’Ispi non è l’unica «antenna» ad aver captato questa novità. la Caritas, ad esempio ha deciso di incrementare l’accoglienza riservata proprio ai nuovi irregolari che non hanno nessun mezzo per mantenersi se non l’illegalità.
Il saldo negativo
La stima formulata dall’Ispi si basa su dati del ministero dell’interno e prende in considerazione il periodo giugno 2018-febbraio 2019 (quindi anche alcuni mesi precedenti al cosiddetto decreto Salvini): è stato calcolato che 49.460 migranti hanno ricevuto il diniego a qualsiasi richiesta di asilo.
La stima formulata dall’Ispi si basa su dati del ministero dell’interno e prende in considerazione il periodo giugno 2018-febbraio 2019 (quindi anche alcuni mesi precedenti al cosiddetto decreto Salvini): è stato calcolato che 49.460 migranti hanno ricevuto il diniego a qualsiasi richiesta di asilo.
Nello stesso periodo appena 4.806 stranieri sono stati fisicamente messi su un’aereo o su una nave e allontanati dall’Italia. Ne esce un saldo negativo di 44.654 casi, tutte persone privati di ogni «ombrello» di legge ma che devono in qualche maniera campare. L’aumento degli irregolari, secondo Ispi è il frutto di due misure adottate dal governo: l’iniziale circolare distribuita alle prefettura con le quali si sollecitava maggiore severità nella concessione della protezione umanitaria e poi il decreto sicurezza che ha ulteriormente ristretto le possibilità per i richiedenti asilo.
La risposta del volontariato
Chi è impegnato sul fronte dell’assistenza agli stranieri ha già avvertito tali effetti e sta cercando di correre ai ripari. La Caritas Ambrosiana, emanazione della diocesi di Milano, ha istituito un «fondo di solidarietà per gli esclusi dall’accoglienza» destinato proprio agli stranieri che si sono visti interrompere il percorso di integrazione a causa delle nuove norme e sono stati allontanati dai centri di accoglienza che fanno capo alle prefetture. Caritas stima che nella sola Milano già 200 persone si sono ritrovate in questa situazione. «Il Decreto Sicurezza, al contrario di quanto promesso, produrrà una situazione di emergenza nel nostro Paese. Abbiamo deciso di farvi fronte, come si fa in questi casi, mettendo a disposizione strutture e risorse e chiedendo a tutti coloro che lo desiderano di darci una mano» ha dichiarato il direttore della Caritas Luciano Gualzetti in un comunicato dell’organizzazione stessa.
I dati Ue: Italia quinta per accoglienza
La nuova emergenza si fa strada in Italia in un momento in cui i volumi dell’immigrazione calano: non solo gli sbarchi - scesi a poche centinaia - ma anche le richieste di asilo, come ha sottolineato un report di Eurostat (l’istituto di statistica della Ue) datato 14 marzo. Le domande applicate in tutto il 2018 sono state 580.000 con un calo dell’11% rispetto all’anno precedente, ma la metà in meno rispetto alla grande crisi migratoria del 2015. Siria, Iraq e Afghanistan restano le principali zone di provenienza. Nonostante non abbiano sbarchi, i due stati europei che hanno dato assistenza al maggior numero di asilanti sono la Germania (28% del totale) e la Francia (19%). A seguire in graduatoria la Grecia e la Spagna (rispettivamente 11 e 9%). L’Italia è la quinta avendo accolto 49.000 richiedenti asilo pari all’8% del totale europeo.
La risposta del volontariato
Chi è impegnato sul fronte dell’assistenza agli stranieri ha già avvertito tali effetti e sta cercando di correre ai ripari. La Caritas Ambrosiana, emanazione della diocesi di Milano, ha istituito un «fondo di solidarietà per gli esclusi dall’accoglienza» destinato proprio agli stranieri che si sono visti interrompere il percorso di integrazione a causa delle nuove norme e sono stati allontanati dai centri di accoglienza che fanno capo alle prefetture. Caritas stima che nella sola Milano già 200 persone si sono ritrovate in questa situazione. «Il Decreto Sicurezza, al contrario di quanto promesso, produrrà una situazione di emergenza nel nostro Paese. Abbiamo deciso di farvi fronte, come si fa in questi casi, mettendo a disposizione strutture e risorse e chiedendo a tutti coloro che lo desiderano di darci una mano» ha dichiarato il direttore della Caritas Luciano Gualzetti in un comunicato dell’organizzazione stessa.
I dati Ue: Italia quinta per accoglienza
La nuova emergenza si fa strada in Italia in un momento in cui i volumi dell’immigrazione calano: non solo gli sbarchi - scesi a poche centinaia - ma anche le richieste di asilo, come ha sottolineato un report di Eurostat (l’istituto di statistica della Ue) datato 14 marzo. Le domande applicate in tutto il 2018 sono state 580.000 con un calo dell’11% rispetto all’anno precedente, ma la metà in meno rispetto alla grande crisi migratoria del 2015. Siria, Iraq e Afghanistan restano le principali zone di provenienza. Nonostante non abbiano sbarchi, i due stati europei che hanno dato assistenza al maggior numero di asilanti sono la Germania (28% del totale) e la Francia (19%). A seguire in graduatoria la Grecia e la Spagna (rispettivamente 11 e 9%). L’Italia è la quinta avendo accolto 49.000 richiedenti asilo pari all’8% del totale europeo.
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