La Mare Jonio adesso è diretta verso Lampedusa. I libici arrivano dopo e tornano indietro. Salvini sta per firmare la direttiva per stoppare le navi umanitarie
Un gommone in avaria con 49 persone a bordo. Alla sua quarta missione di salvataggio nel Mediterraneo la nave mare Jonio, partita sabato dal porto di Palermo, ha effettuato il suo primo soccorso e ora, diretta verso Lampedusa, chiede l'assegnazione di un porto sicuro. E subito dal Viminale arriva la notizia che è pronta la direttiva per chiudere anche le acque territoriali italiane alle navi Ong.
"Il ministro Salvini - fanno sapere fonti del Viminale - sta per firmare una direttiva che sarà inviata a tutte le autorità interessate per stoppare definitivamente le azioni illegali delle Ong".
La direttiva ( già annunciata subito dopo l'ultimo braccio di ferro con la Sea Watch) dovrebbe inibire l'accesso alle acque italiane a tutte le navi umanitarie che soccorrono i migranti non osservando le procedure stabilite.
"La priorità - dicono al Viminale - rimane la tutela delle vite ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell'autorità nazionale territorialmente competente secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare. Qualsiasi comportamento difforme può essere letto come un'azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani".
E così, secondo il Viminale, avrebbe agito anche la Mare Jonio. La nave umanitaria italiana, che batte bandiera italiana, ha incrociato l'imbarcazione in difficoltà ad una quarantina di miglia dalle coste libiche e ha subito informato la sala operativa della Guardia costiera di Roma e a quella di Tripoli. I volontari hanno lanciato i giubbotti di salvataggio e preso a bordo i migranti ( tra cui 12 minori), tutti dell'Africa subsahariana partiti dalla Libia. Sul luogo del soccorso è arrivata una motovedetta libica ma dopo pochi minuti ha fatto marcia indietro ed è tornata verso le coste.
Adesso si profila un nuovo braccio di ferro che, però, per la prima volta vede coinvolta una nave umanitaria italiana. L'equipaggio della Mare Jonio ha comunicato ai libici di aver preso a bordo i migranti e ha chiesto a Roma l'assegnazione di un porto sicuro. La risposta del Viminale è arrivata con l'annuncio della firma della direttiva.
E così, secondo il Viminale, avrebbe agito anche la Mare Jonio. La nave umanitaria italiana, che batte bandiera italiana, ha incrociato l'imbarcazione in difficoltà ad una quarantina di miglia dalle coste libiche e ha subito informato la sala operativa della Guardia costiera di Roma e a quella di Tripoli. I volontari hanno lanciato i giubbotti di salvataggio e preso a bordo i migranti ( tra cui 12 minori), tutti dell'Africa subsahariana partiti dalla Libia. Sul luogo del soccorso è arrivata una motovedetta libica ma dopo pochi minuti ha fatto marcia indietro ed è tornata verso le coste.
Adesso si profila un nuovo braccio di ferro che, però, per la prima volta vede coinvolta una nave umanitaria italiana. L'equipaggio della Mare Jonio ha comunicato ai libici di aver preso a bordo i migranti e ha chiesto a Roma l'assegnazione di un porto sicuro. La risposta del Viminale è arrivata con l'annuncio della firma della direttiva.
"Sono contentissimo - dice Luca Casarini, uno degli armatori - abbiamo salvato persone dai campi libici. La motovedetta libica è arrivata quando avevamo già in mano la situazione. Ma nessun problema. Adesso stiamo dirigendo verso nord per evitare il maltempo e chiederemo il porto sicuro".
"Operazioni illegali delle Ong? L'unica cosa illegale e immorale è lasciare morire persone in mare o nei lager libici", il commento del segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.
Il gommone era partito dalle coste libiche, dimostrazione di come - a fronte dell'ormai minimo numero di persone che riescono a sbarcare in Italia - le imbarcazioni continuano comunque a partire. A fronte dei 346 arrivati in Italia nel 2019 sono stati 885 quelli riportati indietro dalla guardia costiera libica.
Il gommone era partito dalle coste libiche, dimostrazione di come - a fronte dell'ormai minimo numero di persone che riescono a sbarcare in Italia - le imbarcazioni continuano comunque a partire. A fronte dei 346 arrivati in Italia nel 2019 sono stati 885 quelli riportati indietro dalla guardia costiera libica.
Alessandra Ziniti E Giorgio Ruta
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