Era stata posta come condizione per riprendere il dialogo con l'opposizione. Il governo del Nicaragua ha annunciato la liberazione di un numero imprecisato di persone detenute per motivi politici. La decisione è stata presa in considerazione della richiesta in tal senso fatta nei giorni scorsi dall'Alleanza civica e democratica, e che era stata posta anche come condizione indispensabile per la ripresa dei negoziati.
Nel primo giorno di negoziati, il governo aveva concesso gli arresti domiciliari a un centinaio di prigionieri politici. Una mossa che tuttavia non aveva soddisfatto l'Alleanza, la quale invece richiedeva la loro libertà incondizionata. Attualmente sono più di 600 le persone ancora dietro le sbarre, alcune delle quali avevano avviato nei giorni scorsi lo sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione.
Nell'annuncio del governo non si specifica quante di loro verranno scarcerate. Le parti sono arrivate a un accordo - si spiega in un comunicato governativo - dopo una riunione alla quale hanno preso parte il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag e l'inviato speciale del Segretariato generale dell'Organizzazione degli stati americani, Luis Angel Rosadilla. Il governo ha spiegato che ora i negoziati riprenderanno dal punto esatto in cui si erano interrotti.
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