Da ieri sera non si ha più notizia di un'imbarcazione con una cinquantina di migranti a bordo, tra cui donne e bambini, da cui era partita una richiesta di soccorso al numero di Alarm phone.
E' proprio il sito, punto di riferimento di migliaia di persone che affrontano la traversata, a segnalarlo. I migranti hanno contattato Alarm phone nel pomeriggio dando le loro coordinate, poi la linea è caduta. Un nuovo contatto alle 22, ma da allora piu' nulla. Alarm phone ha provato a contattare i numeri della guardia costiera libica per fornire le coordinate dell'imbarcazione ma nessuno ha mai risposto, ha poi segnalato la barca in difficoltà alla sala operativa di Roma che si e' limitata a fornire un altro numero dei libici che non hanno mai risposto.
Nel pomeriggio la Guardia costiera ha fatto sapere di avere "immediatamente inoltrato le informazioni ricevute alla Guardia Costiera libica, che ha assicurato l'avvenuta ricezione degli elementi forniti per le successive azioni di competenza". Il barcone si sarebbe trovato a nord di Zwara, ancora all'interno delle acque territoriali libiche e nell'area sar di responsabilità libica. Da Tripoli si ribatte che in assenza di coordinate precise non è stato disposto alcun intervento. E in serata Alarm Phone insiste: "Alle 20.50 abbiamo finalmente
raggiunto le autorità libiche che parlano solo arabo. Hanno rifiutato di prendere e dare qualsiasi informazioni su situazioni di soccorso. Non abbiamo ancora idea di dove possano trovarsi le 50 persone" a bordo del gommone che aveva chiesto aiuto.
L'Ong Sea eye, con la Alan Kurfi, 'unica nave di soccorso civile rimasta nel Mediterraneo centrale, è stata informata della barca in pericolo, ha offerto assistenza al Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo e ora sta perlustrando l'area dell'ultima posizione GPS comunicata.
A rilanciare l'Sos di Alarm Phone anche gli spagnoli di Open Arms bloccati in porto a Barcellona da mesi dalle autorita' spagnole e ora in cerca di una nuova bandiera per poter riprendere le operazioni di soccorso. "La Libia non risponde, l'Italia non risponde, nessuno coordina i soccorsi, nessuna nave, non c'e nessuno. Quanti morti costeranno queste elezioni europee?", scrive su Twitter la Ong spagnola.
E proprio oggi un'altra Ong, la Sea Watch, che avrebbe dovuto riprendere le operazioni due settimane fa, denuncia che l'Olanda (paese di cui la nave batte bandiera) ha cambiato le norme impedendo di fatto all'imbarcazione di tornare a navigare.
Nel pomeriggio la Guardia costiera ha fatto sapere di avere "immediatamente inoltrato le informazioni ricevute alla Guardia Costiera libica, che ha assicurato l'avvenuta ricezione degli elementi forniti per le successive azioni di competenza". Il barcone si sarebbe trovato a nord di Zwara, ancora all'interno delle acque territoriali libiche e nell'area sar di responsabilità libica. Da Tripoli si ribatte che in assenza di coordinate precise non è stato disposto alcun intervento. E in serata Alarm Phone insiste: "Alle 20.50 abbiamo finalmente
raggiunto le autorità libiche che parlano solo arabo. Hanno rifiutato di prendere e dare qualsiasi informazioni su situazioni di soccorso. Non abbiamo ancora idea di dove possano trovarsi le 50 persone" a bordo del gommone che aveva chiesto aiuto.
L'Ong Sea eye, con la Alan Kurfi, 'unica nave di soccorso civile rimasta nel Mediterraneo centrale, è stata informata della barca in pericolo, ha offerto assistenza al Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo e ora sta perlustrando l'area dell'ultima posizione GPS comunicata.
A rilanciare l'Sos di Alarm Phone anche gli spagnoli di Open Arms bloccati in porto a Barcellona da mesi dalle autorita' spagnole e ora in cerca di una nuova bandiera per poter riprendere le operazioni di soccorso. "La Libia non risponde, l'Italia non risponde, nessuno coordina i soccorsi, nessuna nave, non c'e nessuno. Quanti morti costeranno queste elezioni europee?", scrive su Twitter la Ong spagnola.
E proprio oggi un'altra Ong, la Sea Watch, che avrebbe dovuto riprendere le operazioni due settimane fa, denuncia che l'Olanda (paese di cui la nave batte bandiera) ha cambiato le norme impedendo di fatto all'imbarcazione di tornare a navigare.
Alessandra Ziniti
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