Sono 52.000 gli immigrati detenuti dall'Immigration and Customs Enforcement (Ice) degli Stati Uniti. A darne notizia ai media locali sono stati alcuni funzionari, secondo i quali si riscontra un numero record, che ha registrato un picco rispetto a due settimane fa, quando erano circa 49 mila. Si tratta di persone che tentando di entrare nel paese, bloccate in alcuni casi per settimane o mesi anche in celle di isolamento.
Il sovraffollamento delle strutture di detenzione temporanea insieme alle lentezze nelle pratiche burocratiche per esaminare le richieste di asilo comportano notevoli disagi e sofferenze per i migranti.
Ma a preoccupare sono soprattutto le misure di isolamento a cui sarebbero sottoposti. Numerosi i casi registrati di persone colpite da ansia, rabbia, depressione e impulsi suicidi.
Secondo un rapporto della piattaforma informativa sul web 7he Intercept, specializzata sul tema, migliaia di immigrati sarebbero stati costretti a stare in isolamento anche per reati minori. "I funzionari dell'immigrazione - si legge stanno usando l'isolamento come punizione standard invece che come ultima risorsa, costringendo le persone a stare 23 ore al giorno da sole anche per mesi".
A denunciare questo dramma è anche il rapporto pubblicato negli ultimi giorni dal consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (con sede a Washington), nel quale si evidenzia che migliaia di immigrati di diverse nazionalità detenuti dalle autorità statunitensi hanno trascorso più di quindici giorni e, in decine di casi, fino a un anno, o anche oltre, in isolamento.
Più della metà dei detenuti provengono da Messico, El Salvador, Honduras e Guatemala.
A denunciare questo dramma è anche il rapporto pubblicato negli ultimi giorni dal consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (con sede a Washington), nel quale si evidenzia che migliaia di immigrati di diverse nazionalità detenuti dalle autorità statunitensi hanno trascorso più di quindici giorni e, in decine di casi, fino a un anno, o anche oltre, in isolamento.
Più della metà dei detenuti provengono da Messico, El Salvador, Honduras e Guatemala.
L'Ice, rivela il rapporto, utilizza l'isolamento come strumento per perseguire e punire "anche i detenuti più vulnerabili per settimane e mesi", nonostante le proprie linee guida mettano in guardia che "si tratta di una misura seria che richiede un'attenta valutazione delle alternative".
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