Mentre il numero degli sbarchi in Italia è diminuito, il tasso di mortalità è aumentato bruscamente, in particolare per chi parte dalla Libia. L'agenzia dell'Onu: "Un numero consistente dei migranti sono bambini".
Nonostante la significativa diminuzione delle partenze di migranti dalle spiagge libiche, conseguente agli accordi presi con le milizie libiche dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, le migrazioni attraverso il Mediterraneo sono continuate. Il report del 2019 pubblicato dall’Unhcr segnala una diversificazione dei punti di partenza dei barconi. Nel documento si legge che “il sottofinanziamento cronico di programmi che forniscono sostegno e protezione salvavita e la mancanza di attenzione alle cause profonde delle migrazioni” ha continuato a stimolare i movimenti.
In Libia, i recenti scontri tra l’esercito del presidente Fayez al-Sarraj e le milizie del maresciallo Khalifa Haftar hanno peggiorato la situazione di insicurezza del paese, politicamente frammentato e dilaniato da anni di conflitti civili. Negli ultimi giorni, la nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans ha segnalato diverse violazioni da parte della Guardia costiera libica nel blocco dei gommoni. Contemporaneamente, Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, ha denunciato “le condizioni disumane” dei cittadini e i migranti, “esposti a pericoli mortali”.
La diminuzione maggiore dei flussi migratori si è avuta tra il 2017 e il 2018. In generale, nei primi cinque mesi del 2018 le persone arrivate in Italia via mare sono state 13.362, rispetto alle 60.228 del 2017: una diminuzione del 78%. I bambini, secondo l’Unchr, costituiscono un numero significativo di coloro che intendevano raggiungere e attraversare il Mediterraneo nel 2018 e “dovrebbero continuare a farlo nel 2019”. Da qui, si legge nel documento, la necessità di “offrire ai bambini e ai giovani alternative significative, anche attraverso percorsi legali”.
Arnaldo Liguori
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