Tanto ha versato nel 2018 l'elemosiniere del Papa, Krajewski, che l'altro giorno ha riattaccato la luce in uno stabile occupato a Roma. La solidarietà dei francescani: "Se è illegale quello che ha fatto compiendo un gesto di umanità, allora arrestateci tutti”.
Citta' del Vaticano - Tre milioni e mezzo di euro. A tanto, secondo quanto apprende Repubblica, ammonta la spesa che l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, ha sostenuto nel 2018 per pagare le bollette della luce, del gas, della spazzatura, e diverse rate per spese varie sempre inerenti la gestione di case, che singole persone e famiglie, molte italiane, non sono riuscite a sostenere in tutto il Paese.
Il dato, che filtra dal Vaticano in un momento in cui la stessa comunità ecclesiale si divide sul gesto di «don Corrado» di riattaccare la luce in uno stabile occupatodi Roma, è sostanzialmente il medesimo degli anni passati. Krajewski ha attinto dalle offerte che diversi benefattori inviano per questo scopo al Papa e alla stessa elemosineria, ed anche dalla rendita, significativa, che il dicastero vaticano ha con l’invio a chi ne fa richiesta di benedizioni apostoliche attraverso delle pergamene. Molti soldi vengono inviati in tutta Italia su richiesta delle diocesi che non riescono da sole a far fronte alle esigenze di diversi indigenti.
Ieri il cardinale Pietro Parolin ha difeso l’elemosiniere dicendo che col suo gesto ha voluto «attirare l’attenzione su un problema reale». Il segretario di Stato ha anche replicato al ministro Salvini, commentando quanto detto dal titolare del Viminale, che aveva invitato la Santa Sede a pagare le bollette degli italiani in difficoltà: “La Chiesa lo fa già: aiuta tutti”, ha detto.
Krajewski ha confidato di aver agito d’istinto, anche dopo aver visto un bambino del palazzo che necessita per vivere dell’ausilio di un apparecchio che si alimenta a corrente. Nei giorni precedenti, fra l’altro, aveva visitato, uscendone particolarmente provato, i profughi di Lesbo, inviato dal Papa per rinnovare la vicinanza ai rifugiati ospitati nei campi di accoglienza.
“Davanti a situazioni di pericolo per una persona non c’è legge che tenga”, ha invece affermato Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma da poco nominato a Siena.
Anche i francescani di Assisi hanno fatto quadrato attorno all’elemosiniere. Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, interpellato a margine della presentazione dell’evento voluto dal Papa che per marzo prossimo ha radunato nella cittadella umbra gli economisti di tutto il mondo, ha affermato: “Se è illegale aiutare bambini e persone che soffrono, ditemi che cosa è legale?”. E ha ribadito: “Se è illegale quello che ha fatto Krajewski compiendo un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora arrestateci tutti”.
Il dato, che filtra dal Vaticano in un momento in cui la stessa comunità ecclesiale si divide sul gesto di «don Corrado» di riattaccare la luce in uno stabile occupatodi Roma, è sostanzialmente il medesimo degli anni passati. Krajewski ha attinto dalle offerte che diversi benefattori inviano per questo scopo al Papa e alla stessa elemosineria, ed anche dalla rendita, significativa, che il dicastero vaticano ha con l’invio a chi ne fa richiesta di benedizioni apostoliche attraverso delle pergamene. Molti soldi vengono inviati in tutta Italia su richiesta delle diocesi che non riescono da sole a far fronte alle esigenze di diversi indigenti.
Ieri il cardinale Pietro Parolin ha difeso l’elemosiniere dicendo che col suo gesto ha voluto «attirare l’attenzione su un problema reale». Il segretario di Stato ha anche replicato al ministro Salvini, commentando quanto detto dal titolare del Viminale, che aveva invitato la Santa Sede a pagare le bollette degli italiani in difficoltà: “La Chiesa lo fa già: aiuta tutti”, ha detto.
Krajewski ha confidato di aver agito d’istinto, anche dopo aver visto un bambino del palazzo che necessita per vivere dell’ausilio di un apparecchio che si alimenta a corrente. Nei giorni precedenti, fra l’altro, aveva visitato, uscendone particolarmente provato, i profughi di Lesbo, inviato dal Papa per rinnovare la vicinanza ai rifugiati ospitati nei campi di accoglienza.
“Davanti a situazioni di pericolo per una persona non c’è legge che tenga”, ha invece affermato Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma da poco nominato a Siena.
Anche i francescani di Assisi hanno fatto quadrato attorno all’elemosiniere. Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, interpellato a margine della presentazione dell’evento voluto dal Papa che per marzo prossimo ha radunato nella cittadella umbra gli economisti di tutto il mondo, ha affermato: “Se è illegale aiutare bambini e persone che soffrono, ditemi che cosa è legale?”. E ha ribadito: “Se è illegale quello che ha fatto Krajewski compiendo un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora arrestateci tutti”.
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