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Nonostante l'esodo verso il Bangladesh, attualmente si stima che siano circa mezzo milione i rohingya rimasti in Myanmay.La notizia è pubblicata in esclusiva dal quotidiano britannico 'The Guardian', che riporta il contenuto di una lettera attribuita a Knut Otsby, coordinatore locale della missione umanitaria dell'Onu.
Nel messaggio, Otsby avrebbe prospettato al governo birmano il ritiro di ogni tipo di supporto ai campi di sfollati interni, a eccezione delle operazioni di "assistenza salvavita".
Al quotidiano britannico un portavoce dell'Onu avrebbe confermato l'invio di una lettera, datata 7 giugno, da parte del team umanitario alle autorità birmane, senza tuttavia specificare quale fosse il suo contenuto.
Al quotidiano britannico un portavoce dell'Onu avrebbe confermato l'invio di una lettera, datata 7 giugno, da parte del team umanitario alle autorità birmane, senza tuttavia specificare quale fosse il suo contenuto.
"Voglio ribadire l'impegno delle Nazioni Unite nell'attuazione di soluzioni durature per gli sfollati interni nel Rakhine centrale, in collaborazione con il governo del Myanmar e in accordo con i principi internazionali" ha scritto stamane Otsby su un social network.
Se confermato, il gesto rappresenterebbe il primo tentativo da parte delle Nazioni Unite di adottare una politica più decisa sulla chiusura dei campi. Attualmente si stima che siano circa mezzo milione i rohingya rimasti in Myanmar. Circa 800mila hanno scelto di rifugiarsi nel vicino Bangladesh, in seguito alle violente operazioni delle forze di sicurezza birmane nell'ottobre 2016 e nell'agosto 2017.
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