Un peschereccio con 55 migranti a bordo, anche un neonato, tre bambini e una donna incinta. «Affidati» agli italiani.
La nave Open Arms come dalla prospettiva dei naufraghi |
Un ritorno giustificato dal fondatore Oscar Camps con una frase che dice tutto: "Dal carcere si esce, dal fondo del mare no". Chiaro il riferimento al decreto sicurezza bis che va a colpire proprio le navi umanitarie, come è appena accaduto con l'annosa vicenda della Sea Watch3.
Va detto che questo ritorno nel Mediterraneo centrale degli spagnoli guidati dal comandante italiano Riccardo Gatti, che significa soprattutto osservazione, testimonianza e richiesta di aiuto alle autorità competenti, è già valsa la vita di quelle 55 persone che si trovavano a bordo del peschereccio avvistato domenica, in Sar maltese. Tra loro molte donne, di cui una incinta, un neonato e altri tre bambini. Tutte persone dell'area subsahariana.
L'immediata segnalazione alla Valletta non ha sortito effetto, ma quella all'Italia sì. Le persone stremate e disidratate da tre giorni di navigazione dopo aver ricevuto acqua e viveri dai soccorritori spagnoli hanno potuto proseguire sulla rotta per Lampedusa, scortate a distanza dalla nave umanitaria che si curava della sicurezza dell’imbarcazione e dell'incolumità delle persone a bordo.
Poco dopo aver passato la zona SAR maltese e una volta entrato in quella italiana, il peschereccio è stato intercettato dalla motovedetta italiana CP 302 e una della Guardia di Finanza. C'è stata un po' di tensione al momento dell'incontro-scontro tra i finanzieri e la nave di Open Arms, come documentato in un video del reporter a bordo Valerio Nicolosi, ma l'operazione di trasbordo non è stata compromessa: 11 tra le persone nelle condizioni psicofisiche peggiori sono state subito portate a Lampedusa, le altre dirette nei porti siciliani di Licata e Pozzallo.
Restando sul tema degli sbarchi e dei porti chiusi soltanto alle imbarcazioni umanitarie, nella notte a Lampedusa sono arrivate altre 17 persone su un barchini. Nel frattempo la nave di SeeEye, la Alan Kurdi, ha ripreso il mare da tre giorni, in direzione Sar libica e sul pennone più alto fa sventolare una bandiera bianca con la scritta "Free Carola".
Restando sul tema degli sbarchi e dei porti chiusi soltanto alle imbarcazioni umanitarie, nella notte a Lampedusa sono arrivate altre 17 persone su un barchini. Nel frattempo la nave di SeeEye, la Alan Kurdi, ha ripreso il mare da tre giorni, in direzione Sar libica e sul pennone più alto fa sventolare una bandiera bianca con la scritta "Free Carola".
Un gesto di solidarietà alla comandante della Sea Watch 3 che alle 15.30 è attesa al Tribunale di Agrigento per l'interrogatorio di garanzia. I legali di Carola Rackete stanno lavorando affinché le siano tolti gli arresti domiciliari e il divieto di lasciare la provincia agrigentina.
Ilaria Solaini
Ilaria Solaini
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