Avvocato di strada commenta la multa da 200 euro a una persona che dormiva in piazza a Genova. “Multe inutili che non saranno pagate e costituiranno un deterrente per uscire dalla marginalità”.
Una multa da 200 euro perché dormiva per strada. È quella che gli agenti della sezione Vivibilità e decoro della Polizia municipale di Genova hanno inflitto a una persona senza dimora in piazza Piccapietra lo scorso 4 luglio verso le dieci di sera.
La notizia è stata data da San Marcellino, l'Opera sociale dei Gesuiti, che ha pubblicato sul proprio sito la fotografia della multa in cui si contesta alla persona senza dimora di “bivaccare su gradini, scalinate o scale di accesso dei monumenti, dei luoghi destinati al culto o di importanza culturale, storica e architettonica, nonché di spettacolo/intrattenimento, per la cittadinanza e i turisti nei sottopassi e sovrappassi, e sulla soglia degli altri edifici, uffici, negozi e sedi di attività commerciali, artigianali o industriali, antistanti alla pubblica via, e/o il suolo privato a uso pubblico”, proprio come previsto dall'articolo 28 comma le del Regolamento di Polizia urbana di Genova.
“Quella norma è lì da tempo e, da quanto mi risulta non è quasi mai stata applicata – dice Emilio Robotti, coordinatore dello sportello genovese dell'associazione Avvocato di strada – ma con la giunta di centrodestra l'atteggiamento è cambiato”.
Genova ha la via fittizia per la residenza dei senza dimora, dà la possibilità di istituirla presso i servizi sociali o alcune associazioni e c'è un ufficio per i cittadini senza territorio. O almeno c'era. “Il sistema, anche se non perfetto, funzionava – spiega l'avvocato – ma la giunta di centrodestra ha chiuso l'ufficio e, dopo le proteste, ha stabilito di tenerlo attivo fino a esaurimento delle pratiche aperte e poi ha introdotto una serie di modifiche come, ad esempio, la multa a chi rovista nei cassonetti”.
Nel caso in questione, Robotti precisa, tra l'altro, che la persona non si trovava in un luogo di pregio e non era nemmeno di intralcio a cittadini o turisti. “È stato multato perché dormiva in piazza Piccapietra che è sì in pieno centro, ma non è certo una zona di pregio – spiega l'avvocato - : è la copertura di un parcheggio, una zona molto calda d'estate e molto fredda in inverno, in cui si passa solo in caso di bisogno, a piedi, quindi la persona non sarebbe certo stata d'intralcio”. La sezione locale di Avvocato di strada è disponibile a presentare ricorso ed è in contatto con San Marcellino, resta da vedere se la persona multata vorrà impugnare la multa.
Ma quante sono le multe ai senza dimora? E chi le paga? Secondo i dati dell'ultimo bilancio dell'associazione Avvocato di strada, nel 2018 sono state circa 1.200, di cui un migliaio per mancanza di titolo di viaggio sui mezzi pubblici, 34 per violazione del Codice della strada in cui può rientrare anche il vagabondaggio e l'occupazione di suolo pubblico e 100 sanzioni per altri motivi.
Ma quante sono le multe ai senza dimora? E chi le paga? Secondo i dati dell'ultimo bilancio dell'associazione Avvocato di strada, nel 2018 sono state circa 1.200, di cui un migliaio per mancanza di titolo di viaggio sui mezzi pubblici, 34 per violazione del Codice della strada in cui può rientrare anche il vagabondaggio e l'occupazione di suolo pubblico e 100 sanzioni per altri motivi.
“Il nostro è, ovviamente, un osservatorio limitato perché per una persona che si rivolge a noi, ce ne possono essere dieci che buttano la multa nella spazzatura e di cui noi non veniamo a conoscenza – dice Jacopo Fiorentino, direttore dell'associazione Avvocato di strada – Quello che è certo però è che si tratta di multe che non verranno pagate”. Nel caso in cui le persone senza dimora multate si rivolgano ad Avvocato di strada e vogliano impugnare la multa, il tentativo dei legali è quello di ottenere l'annullamento o, nel caso in cui ci sia un piccolo reddito, la rateizzazione.
“In molti casi ci si riesce, soprattutto se si allegano le dichiarazioni dei servizi sociali che seguono le persone – continua Fiorentino – Quello che mi sento di dire però è che queste multe sono inutili perché non solo le persone non riescono a pagarle, ma pesano come macigni perché se non pagate raddoppiano, triplicano e possono arrivare anche a migliaia di euro: ci è capitato di incontrare persone che non volevano chiedere la residenza perché avrebbe significato vedersi recapitare una cartella esattoriale che non avrebbero potuto pagare. Le multe sono un deterrente e impediscono di entrare in percorsi diversi rispetto alla strada”.
Ma le ordinanze che multano i senza dimora sono legittime? L'accattonaggio molesto è punito dal codice penale (articolo 669 bis introdotto dal Decreto sicurezza del 4 dicembre 2018), mentre non è punibile chi chiede l'elemosina senza arrecare disturbo. Nel 2017 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto infatti il ricorso proposto da Avvocato di strada contro l'ordinanza antiaccattonaggio del sindaco di Molinella (Bologna), precisando che la mendicità non invasiva di per sé non è una minaccia alla tranquillità e all'ordine pubblico. “In quel caso, il sindaco aveva fatto un'ordinanza contro ogni tipo di accattonaggio, anche non molesto, senza scadenza e senza motivarla – spiega – ma queste ordinanze possono essere adottate per motivi di urgenza e per un periodo di tempo limitato. In quel caso, facemmo ricorso e l'ordinanza fu annullata. Ci sono comuni che le scrivono bene e altri meno. Di base, rimane la considerazione che sono misure sbagliate perché si vanno a colpire persone che non sono in grado di pagare”. (lp)
Ma le ordinanze che multano i senza dimora sono legittime? L'accattonaggio molesto è punito dal codice penale (articolo 669 bis introdotto dal Decreto sicurezza del 4 dicembre 2018), mentre non è punibile chi chiede l'elemosina senza arrecare disturbo. Nel 2017 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto infatti il ricorso proposto da Avvocato di strada contro l'ordinanza antiaccattonaggio del sindaco di Molinella (Bologna), precisando che la mendicità non invasiva di per sé non è una minaccia alla tranquillità e all'ordine pubblico. “In quel caso, il sindaco aveva fatto un'ordinanza contro ogni tipo di accattonaggio, anche non molesto, senza scadenza e senza motivarla – spiega – ma queste ordinanze possono essere adottate per motivi di urgenza e per un periodo di tempo limitato. In quel caso, facemmo ricorso e l'ordinanza fu annullata. Ci sono comuni che le scrivono bene e altri meno. Di base, rimane la considerazione che sono misure sbagliate perché si vanno a colpire persone che non sono in grado di pagare”. (lp)
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