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giovedì 1 agosto 2019

Vacanze solidali dei volontari di Sant'Egidio a Lesbo e Samos con i rifugiati. “Esiste un’Italia diversa da quella che respinge”

TPI
Sono 150 i volontari che stanno trascorrendo, a turno, la loro vacanza insieme ai profughi di Lesbo e Samo. A TPI Daniela racconta la sua esperienza


Foto: www.santegidio.org
“Una donna sudanese ha dipinto un occhio con delle lacrime. Dentro la pupilla c’era un bambino con una cartella che andava via. Anche io sono madre, ho compreso il dramma di una donna che non può garantire un futuro ai propri figli”.

Foto: www.santegidio.org
Daniela Moretti è una delle volontarie e dei volontari della Comunità di Sant’Egidio che hanno deciso di trascorrere delle vacanze solidali a Lesbo e Samo, in Grecia, dove svolgono attività con rifugiati e richiedenti asilo.

Complessivamente sono 150 i volontari, giovani e adulti, della Comunità di Sant’Egidio, che insieme a un gruppo di mediatori culturali, stanno trascorrendo, a turno, la loro vacanza insieme ai profughi di Lesbo e Samo.

“In questo momento a Lesbo ci sono alcune famiglie con figli, persone singole e amici con cui condividiamo da anni l’esperienza della Comunità di Sant’Egidio”, racconta Daniela, che lavora per una compagnia telefonica e fa la volontaria presso la Scuola di lingua e cultura italiana a Roma.

“Abbiamo deciso di passare qui le nostre ferie perché riteniamo sia giusto rappresentare l’Europa in modo solidale”, spiega Daniela, che è alla prima esperienza di vacanza solidale a Lesbo. “Non vogliamo che il nostro paese sia considerato soltanto come l’Italia che respinge, pensiamo che i gesti di solidarietà non siano solo necessari, ma anche utili”.

I volontari sono arrivati nelle due isole greche il 20 luglio e rimarranno, avvicendandosi in vari gruppi, fino al 31 agosto.

L’iniziativa, nata dopo la visita di una delegazione di Sant’Egidio con il fondatore Andrea Riccardi a Lesbo, rientra in un più ampio programma di estate all’insegna della solidarietà (indicato con l’hashtag #santegidiosummer).

Ogni giorno i volontari organizzano diverse attività con i bambini, corsi d’inglese, feste, cene all’italiana, visite al museo e momenti di condivisione e scambio culturale.

Finora sono entrati in contatto con 1.500 profughi a Lesbo e 600 a Samo.

“Ci sono rifugiati che vengono dall’Afghanistan, dal Congo, dall’Angola, ma anche siriani, iracheni”, racconta Daniela. “Ieri abbiamo svolto attività con 200 bambini che vengono dal campo di Moria, dove vivono migliaia di famiglie in condizione di estrema precarietà”.

“Li abbiamo accolti in uno spazio dove hanno potuto giocare, cantare, disegnare, hanno mangiato e si sono potuti lavare le mani, che non è un’attività affatto banale quando l’acqua è poca”, prosegue Daniela. “Gli abbiamo fatto trascorrere delle ore come bambini ‘normali’, perché chiaramente la vita nel campo non è una cosa normale. Non si può stare 24 ore in una tenda di 2 metri quadrati”.

Nel campo di Moria vivono attualmente oltre 5mila persone, ma la capienza è quasi la metà.

“Abbiamo trovato persone molto affabili, nonostante la situazione difficile”, racconta Daniela. “Ci raccontano del loro viaggio, dei loro sogni, di vite spezzate. Magari hanno dei familiari in altri paesi d’Europa e rimangono bloccati qui in un gioco dell’oca assurdo e inutile. Spesso hanno bisogno di essere ascoltati”.

Secondo i dati della Comunità di Sant’Egidio, a Lesbo ci sono circa 8mila rifugiati: 6500 vivono a Moria, 1.300 nei campi satelliti, di cui il maggiore è Kara Tepe, e oltre 200 in appartamenti.

La scelta di queste destinazioni nasce dalla situazione che si è venuta a creare nelle due isole, dove i migranti devono attendere tempi molto lunghi prima di avere una risposta alla domanda di asilo politico.

“Abbiamo incontrato persone che sono qui da 9 mesi, un anno”, dice Daniela. “Spesso è gente molto giovane, che non vuole e non deve essere considerata un problema, ma una risorsa. È gente che aspetta delle buone notizie per la propria vita, noi proviamo a trascorrere con loro momenti di tranquillità”.

Sull’esperienza delle vacanze solidali con la Comunità di Sant’Egidio Daniela dice: “La consiglierei a tutti, a chi ha già fatto esperienze di volontariato ma anche a chi vuole conoscere questa realtà con i propri occhi. Tanti parlano dei migranti ma pochi li incontrano. Come dice Papa Francesco i migranti non sono numeri, ma persone. Quando ti trovi davanti una persona, vedi che non è più un problema sociale, riesci a vedere i problemi di quella persona”.

Anna Ditta

Fonte: TPI

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