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lunedì 16 settembre 2019

La vendetta è anti-giustizia. Per questo Papa Francesco chiede di abolire l'ergastolo

farodiroma.it
Nella settimana in cui l'intero Paese esulta per l'ergastolo comminato a Vincenzo Paduano, Papa Francesco, nell'incontro del 14 settembre in Piazza San Pietro con tutti coloro che operano all'interno delle carceri ripete: "L'ergastolo non è la soluzione dei problemi - lo ripeto: l'ergastolo non è la soluzione dei problemi - ma un problema da risolvere. 
Perché se si chiude in cella la speranza, non c'è futuro per la società. Mai privare del diritto di ricominciare! Voi, cari fratelli e sorelle, col vostro lavoro e col vostro servizio siete testimoni di questo diritto: diritto alla speranza, diritto di ricominciare."

Papa Francesco trai detenuti del carcere di Rebibbia
Avevo queste parole nel cuore quando, nel pomeriggio di ieri, ho incontrato Paduano nella Messa che stavo per celebrare nel braccio di Rebibbia dove è rinchiuso. C'è stato solo un abbraccio. Le parole, quelle necessarie, gli erano già state dette il giorno prima da suor Lucia delle Figlie della Santa Croce, una consorella di suor Maria Laura Mainetti, la suora che nel giugno del 2000 venne uccisa a coltellate in Valchiavenna da dei satanisti, e della quale si è aperto il processo di beatificazione nel 2008.

"Non lasciatevi mai imprigionare nella cella buia di un cuore senza speranza, non cedete alla disperazione" aveva detto rivolgendosi alle persone detenute, e questo invito è coerente alla richiesta di togliere l'ergastolo dalle nostre galere, perché, come puoi coltivare la speranza se sai che non uscirai di cella solo in una bara?

Chi applaude superficialmente il Papa, chi superficialmente si interroga sui motivi per cui alcuni non lo comprendano, si interroghino sul profonda differenza di sentire che alberga nel cuore di Bergoglio, e quello che c'è nel nostro.

La differenza sta tutta nel capire la differenza tra giustizia e vendetta. La vendetta non è una "giustizia eccessiva": la vendetta è l'anti-giustizia, la vendetta è il combustibile che fa diventare il carcere una polveriera. "È essenziale garantire condizioni di vita decorose, altrimenti le carceri diventano polveriere di rabbia, anziché luoghi di ricupero".

Nel mio anno a Rebibbia come prete volontario ex art. 17 ho visto, tra tutti coloro che operano all'interno delle carceri, tante brave persone. Sarà stato fortunato ma ho avuto solo incontri con persone che, come dice il Papa, vivono il loro servizio non solo come una vigilanza necessaria, ma anche come un sostegno a chi è debole.

E la forza dell'abbraccio che ho dato nasce dalle parole del Papa. Che non dice di parlare ma fa riferimento solo a dei gesti. "Non dimenticatevi, per favore, del bene che potete fare ogni giorno. Il vostro comportamento, i vostri atteggiamenti, i vostri sguardi sono preziosi. Siete persone che, poste di fronte a un'umanità ferita e spesso devastata, ne riconoscono, a nome dello Stato e della società, l'insopprimibile dignità".

Mauro Leonardi - Sacerdote e volontario in carcere

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