Il cardinale in tv ha presentato il suo libro “Odierai il prossimo tuo” che uscirà il 26 novembreUna prima serata tv per il cardinale Matteo Zuppi, che ieri dagli schermi di Rai 2, intervistato da Fabio Fazio, ha parlato a tutto tondo di odio e fake news. Il 26 novembre uscirà per Piemme il suo libro dal titolo esplicito: “Odierai il prossimo tuo” e Zuppi ieri ha spiegato in diretta il senso delle sue preoccupazioni.
"L’odio si crede intelligente perché crede di identificare il nemico - ha detto Zuppi - di essere muscolare, di anticipare i problemi, mentre l’amore è visto come buonismo, che è una caricatura. Invece l’amore è la vittoria sulla paura".
All’intervistatore che chiede da dove arrivi questa paura che sembra la cifra del presente, Zuppi risponde: "Siamo individualisti e amiamo di meno, siamo indifferenti, abbiamo meno attenzione per gli altri, siamo più conservatori di noi stessi e quindi più fragili".
Ma non sempre l’odio e la paura sono spontanei, come non lo sono del tutto le critiche a Papa Bergoglio che prendono piede ad esempio sui social. "Gli attacchi al Papa ci sono sempre stati ma bisogna dire che incide anche il mondo digitale e certi investimenti - ha detto il cardinale - non è sempre casuale, c’è anche chi produce le notizie e invade il web e si tratta di fabbriche invisibili".
Il vescovo poi ha sostenuto l’esigenza dell’introduzione dello Ius culturae, la cittadinanza per i bambini nati in Italia al termine di un ciclo di studi. "Bisogna dare delle regole che guardano avanti - ha detto - che siano capaci di dare risposte a coloro che di fatto sono italiani. La scuola questo problema non ce l’ha perché per un maestro i suoi alunni sono italiani. Un maestro o un professore sono in prima linea, lo Ius culturale è un modo per dare chiarezza, che vuol dire diritti, doveri e un futuro". Anche perché i «problemi vengono deformati e ingigantiti, pensiamo che arrivino in tanti come immigrati e non ci accorgiamo che sono di più quelli che emigrano".
Zuppi infine si è pronunciato contro l’esibizione dei simboli religiosi, dicendo chiaramente: "Il problema è viverli nella quotidianità quei simboli, l’esibizione è una tentazione cui resistere". E poi ha affrontato anche il tema della laicità. "Sembra strano che la Chiesa difenda la laicità, ma questa non è arrendevolezza - ha detto il cardinale - il punto è che il Vangelo va vissuto nella storia. Quando si ha paura si ricercano risposte immediate". L’inferno per Zuppi è "un mondo in cui si sta soli, circondati da specchi e sempre connessi". Il Papa gli ha chiesto "poca mondanità e molta compassione" e Zuppi ha provato a spiegarlo, dal piccolo schermo.
Ma non sempre l’odio e la paura sono spontanei, come non lo sono del tutto le critiche a Papa Bergoglio che prendono piede ad esempio sui social. "Gli attacchi al Papa ci sono sempre stati ma bisogna dire che incide anche il mondo digitale e certi investimenti - ha detto il cardinale - non è sempre casuale, c’è anche chi produce le notizie e invade il web e si tratta di fabbriche invisibili".
Il vescovo poi ha sostenuto l’esigenza dell’introduzione dello Ius culturae, la cittadinanza per i bambini nati in Italia al termine di un ciclo di studi. "Bisogna dare delle regole che guardano avanti - ha detto - che siano capaci di dare risposte a coloro che di fatto sono italiani. La scuola questo problema non ce l’ha perché per un maestro i suoi alunni sono italiani. Un maestro o un professore sono in prima linea, lo Ius culturale è un modo per dare chiarezza, che vuol dire diritti, doveri e un futuro". Anche perché i «problemi vengono deformati e ingigantiti, pensiamo che arrivino in tanti come immigrati e non ci accorgiamo che sono di più quelli che emigrano".
Zuppi infine si è pronunciato contro l’esibizione dei simboli religiosi, dicendo chiaramente: "Il problema è viverli nella quotidianità quei simboli, l’esibizione è una tentazione cui resistere". E poi ha affrontato anche il tema della laicità. "Sembra strano che la Chiesa difenda la laicità, ma questa non è arrendevolezza - ha detto il cardinale - il punto è che il Vangelo va vissuto nella storia. Quando si ha paura si ricercano risposte immediate". L’inferno per Zuppi è "un mondo in cui si sta soli, circondati da specchi e sempre connessi". Il Papa gli ha chiesto "poca mondanità e molta compassione" e Zuppi ha provato a spiegarlo, dal piccolo schermo.
Eleonora Capelli
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