Avvenire
Riprende alla Camera l'esame della proposta di legge popolare "Ero straniero". Meno nero, più regolarizzazione e un'entrata aggiuntiva per le casse italiane di circa un miliardo di euro l'anno. Sarebbero questi gli effetti del superamento della Bossi-Fini, la legge che dalla prossima settimana sarà rimessa in discussione. Riprende infatti alla Camera la proposta di legge di iniziativa popolare "Ero straniero".
La proposta prevede l'introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione; la reintroduzione del sistema dello sponsor; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri "radicati"; l'effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l'abolizione del reato di clandestinità.
La campagna è stata promossa da diverse associazioni fra cui, solo per citarne alcune, Fondazione Casa della Carità, Acli, Asgi, Centro Astalli, Legambiente, Federazione chiese evangeliche in Italia e con il sostegno di diversi sindaci ed altre organizzazioni. "Con un provvedimento di emersione dal nero e regolarizzazione, entrerebbe almeno un miliardo di euro ogni anno per lo Stato - spiegano i promotori.
Considerando l'emersione per 400 mila persone, quindi non per tutti, e considerando che il reddito medio mensile di un lavoratore in Italia è di 20.000 euro lordi l'anno, si avrebbe a regime una entrata di 2.232 euro all'anno a persona, che per 400 mila persone fa 893 milioni di euro di gettito fiscale".
"Sono tanti a sostenere - aggiunge il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S), annunciando l'inizio della discussione che modifica la Bossi-Fini - che il decreto flussi annuale non garantisce più i fabbisogni del mercato del lavoro.
Lo dimostrano i dati: a inizio luglio erano più di 44mila le domande presentate per i lavoratori stagionali a fronte di 18mila ingressi autorizzati". Oggi, con un question time in commissione, Brescia chiederà al Ministero dell'Interno un aggiornamento sul numero di domande presentate. "La realtà parla sempre più forte della propaganda".
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