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martedì 5 novembre 2019

Stati Uniti - South Dakota - Detenuto ucciso con un'iniezione di Pentobarbital, centro delle proteste e boicottata dalle case farmaceutiche, riesplode la polemica.

Avvenire
I legali del condannato in South Dakota si erano rivolti alla Corte Suprema, giudicando inumano l'utilizzo del farmaco già al centro delle proteste. 

Ma i giudici hanno rigettato il ricorso. Un detenuto condannato per avere pugnalato a morte un ex collega di lavoro nel 1992 è stato ucciso con un'iniezione letale in South Dakota dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di interrompere l'esecuzione in seguito a un appello in extremis dei legali dell'uomo. 

Charles Rhines, 63 anni, è apparso calmo durante l'esecuzione e secondo i testimoni c'è voluto solo un minuto perché il Pentobarbital usato nello Stato avesse effetto. L'uomo è stato dichiarato morto cinque minuti dopo.

Rhines si era opposto all'uso del farmaco, sostenendo che non si tratta della sostanza ad azione ultra rapida cui a suo parere aveva diritto. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto tuttavia tale appello. Il Pentobarbital è usato da diversi Stati Usa nelle esecuzioni, tra cui Georgia, Missouri e Texas. 

L'esecuzione riapre la polemica sull'uso del farmaco, ormai difficilmente reperibile negli Usa dopo il boicottaggio imposto dalle principali ditte produttrici europee, e soprattutto dopo le proteste di molte Ong che giudicano inumano il trattamento riservato ai condannati.

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