Il costo del conflitto pari a 29 miliardi di dollari per la comunità internazionale in termini di aiuti. Secondo il rapporto Irc è la nazione in cui un più alto numero di persone sperimenta insicurezza alimentare. Miliband: la situazione attuale specchio di anni di “impunità” e di sostegno delle potenze occidentali.
Sana’a - Almeno 20 anni: è questo il tempo che servirà, se la guerra dovesse finire oggi e così non sembra, ai bambini nello Yemen per tornare al livello di malnutrizione “minore” fatto registrare prima dell’inizio del conflitto. È un quadro allarmante, quello che emerge dall’ultimo rapporto - pubblicato in questi giorni - dall’International Rescue Committee (Irc), secondo cui il conflitto nel Paese arabo costerà, se dovesse continuare per altri cinque anni, almeno 29 miliardi di dollari alla comunità internazionale in risorse e aiuti umanitari.
Intitolato “La guerra distrugge i nostri sogni”, il documento di 20 pagine conferma che lo Yemen è oggi la nazione al mondo in cui un numero più vasto di persone vivono una situazione di insicurezza alimentare. E la situazione appare in continuo peggioramento: meno di un anno si è parlato di carestia per alcune aree del Paese e sono i più piccoli a subirne gli effetti peggiori.
La nazione araba, già da tempo la più povera di tutta la penisola araba, è sprofondata in un conflitto sanguinoso dopo che i ribelli Houthi, sostenti dall’Iran, hanno conquistato la capitale Sana’a nel 2014. Lo scontro fra governativi filo-sauditi e ribelli è degenerato nel marzo 2015 con l’intervento della coalizione araba guidata da Riyadh. Ad oggi il conflitto ha fatto registrare oltre 90mila vittime, fra civili e combattenti.
Le divisioni a livello locale si sono poi trasformate in una guerra per procura, che ha causato milione di sfollati e - fonti Onu - innescato “la peggiore crisi umanitaria al mondo”. Circa 24 milioni di yemeniti (pari all’80% della popolazione) necessitano di assistenza umanitaria e 16 milioni vivono sull’orlo della soglia di povertà. I bambini soldato sarebbero circa 2500 e la metà delle ragazze si sposa prima dei 15 anni.
Secondo il rapporto il conflitto non ha diminuito l’influenza iraniana; anzi, esso avrebbe rafforzato le posizioni separatiste e destabilizzato ancor più la regione, creando al contempo maggiore insicurezza anche in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (Eau). Ripercussioni si sono registrate anche a livello globale in termini di scorte energetiche e diffusione di gruppi terroristi, fra i quali al-Qaeda e l’Isis.
Le “terribili” previsioni odierne, afferma il presidente e Ceo Irc David Miliband, sono specchio e costo di anni di “impunità”. Ciò che è peggio, aggiunge, “è che la guerra in Yemen si è perpetrata con il sostegno attivo sul piano militare e diplomatico di Stati Uniti, Regno Unito e altre potenze occidentali”.
I soli aiuti umanitari, conclude, “non possono risolvere questa situazione di malessere” ed è oggi più che mai necessaria una forte “azione diplomatica” a sostegno dei negoziati.
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