E' di almeno 50 feriti, 40 agenti di polizia e 10 manifestanti, il bilancio degli ultimi due giorni di scontri nelle isole greche di Chios, Samos e Lesbos, dove sono in corso violente proteste contro la decisione del governo di Atene di costruire centri di raccolta chiusi per i migranti.
Lo riferiscono i media greci, aggiungendo che per cercare di "calmare" la situazione, che sta assumendo i contorni di una guerriglia urbana, il governatore della regione del Nord Egeo e i sindaci di Chios, Lesbos occidentale e Mitilene sono stati convocati oggi pomeriggio ad Atene per una riunione con il governo.
La rivolta è scoppiata quando a Lesbos e Chios sono stati inviati centinaia di agenti antisommossa per proteggere i lavori di costruzione degli hotspot. La polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e bombe fumogene contro i dimostranti.
La rivolta è scoppiata quando a Lesbos e Chios sono stati inviati centinaia di agenti antisommossa per proteggere i lavori di costruzione degli hotspot. La polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e bombe fumogene contro i dimostranti.
Alcuni testimoni e un operatore italiano che lavora con una Ong a Lesbos hanno riferito che alle manifestazioni partecipano anche membri dell'estrema destra di Alba Dorata e di gruppi dell'estrema sinistra. Le stesse fonti riferiscono che gruppi di dimostranti hanno fatto irruzione ieri sera in un albergo dove erano alloggiati parte dei poliziotti mandati da Atene. Mentre ancora media locali riferiscono di un attacco alla base militare di Kyriazis, dove erano alloggiati altri agenti.
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