Raid alla frontiera per fermare il flusso dei disperati. Gli estremisti catturano i profughi arrivati in territorio ellenico e li consegnano alla polizia che li rispedisce indietro
Sul fronte rovente della linea di confine tra Turchia e Grecia ci sono anche loro, gli uomini di Alba Dorata, il partito ellenico di estrema destra.
Danno la caccia ai migranti che hanno varcato la frontiera, li catturano e li consegnano alla polizia che li rispedisce indietro. Gli agenti e i militanti di estrema destra fanno fronte comune in questo momento di tensione ai confini. E Dinos Theoharidis, leader di Alba Dorata, non ne fa mistero.
Pattuglie al confine - Il "colonnello" degli estremisti agisce nella regione di Evros ed è alla guida dei Cacciatori, racconta la "Repubblica". I suoi uomini, circa 500, pattugliano le zone di confine: sono tutti armati, "alcuni con fucili da caccia, altri, come me, con roba militare, visori notturni, pistole automatiche, cose così". Comunicano via chat e appena si segnalano presenze sospette uno dei gruppi attivi si mette in movimento. Dinos assicura che "non facciamo niente di male, li fermiamo e li consegniamo alla polizia che ci ringrazia".
I Cacciatori e i poliziotti - Quasi una collaborazione, quella tra l'estrema destra e le forze dell'ordine, che si vede anche a Lesbo, dove i gruppi si occupano dei respingimenti in mare insieme alla Guardia costiera. Dinos spiega che "abbiamo dovuto organizzarci dopo essere stati abbandonati dalla politica". E vorrebbe che i suoi uomini potessero agire anche sulla linea del filo spinato, insieme ai militare dell'esercito, dove sono ripresi gli scontri. Il colonnello spiega che la guerra è con "i professionisti turchi dei servizi segreti. Sono loro quelli in prima linea, gente preparata che sa fare la guerra. Per questo dovremmo andare anche noi cacciatori lì davanti, perché con la Turchia è una guerra".
Pattuglie al confine - Il "colonnello" degli estremisti agisce nella regione di Evros ed è alla guida dei Cacciatori, racconta la "Repubblica". I suoi uomini, circa 500, pattugliano le zone di confine: sono tutti armati, "alcuni con fucili da caccia, altri, come me, con roba militare, visori notturni, pistole automatiche, cose così". Comunicano via chat e appena si segnalano presenze sospette uno dei gruppi attivi si mette in movimento. Dinos assicura che "non facciamo niente di male, li fermiamo e li consegniamo alla polizia che ci ringrazia".
I Cacciatori e i poliziotti - Quasi una collaborazione, quella tra l'estrema destra e le forze dell'ordine, che si vede anche a Lesbo, dove i gruppi si occupano dei respingimenti in mare insieme alla Guardia costiera. Dinos spiega che "abbiamo dovuto organizzarci dopo essere stati abbandonati dalla politica". E vorrebbe che i suoi uomini potessero agire anche sulla linea del filo spinato, insieme ai militare dell'esercito, dove sono ripresi gli scontri. Il colonnello spiega che la guerra è con "i professionisti turchi dei servizi segreti. Sono loro quelli in prima linea, gente preparata che sa fare la guerra. Per questo dovremmo andare anche noi cacciatori lì davanti, perché con la Turchia è una guerra".
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