Pagine

domenica 29 marzo 2020

Uno ebreo, l'altro musulmano: i due paramedici pregano insieme in Israele contro il coronavirus

La Repubblica
"Questa è una malattia che non fa distinzione di religione o di altro genere. Le differenze le metti da parte. Lavoriamo insieme, viviamo insieme"
Uno in piedi con gli occhi a Gerusalemme, l'altro in ginocchio con il volto in direzione della Mecca. Due mondi da contrapposti da decenni riuniti in uno scatto che sta facendo il giro del mondo. Protagonisti dell'immagine sono Avraham Mintz e Zoher Abu Jama, due paramedici del Magen David Adom, il servizio di soccorso sanitario israeliano, immortalati a pregare insieme durante un momento di tranquillità. Per loro nulla di nuovo, per molti un simbolo di speranza che arriva in uno dei momenti più bui della storia umana.
"Cerchiamo di pregare insieme, anziché prenderci dei momenti separati. Abbiamo molte emergenze da affrontare in questo momento", ha spiegato Mintz in un'intervista al New York Times.

Con oltre 3600 casi confermati e una dozzina di morti, l'emergenza da coronavirus inizia a farsi sentire anche in Israele. Con le richieste d'aiuto arrivate anche 100mila al giorno nelle giornate di punta: dieci volte il volume normale. 

 "Il mondo intero sta combattendo contro il coronavirus", ha aggiunto Abu Jama. "Questa è una malattia che non fa distinzione di religione o di altro genere. Le differenze le metti da parte. Lavoriamo insieme, viviamo insieme. Questa è la nostra vita"

La foto, scattata nella città meridionale di Be'er Sheva (o Beersheva) da un loro collega, è stata pubblicata su Facebook e Instagram dallo "Scudo Rosso di David" accompagnata da un messaggio: "Una bellissima foto che mostra come gli israeliani si uniscono in un periodo di crisi". E poi ancora: "Siamo felici che questa potente immagine abbia ispirato le persone in tutto il mondo in questo momento difficile".

Valentina Ruggiu

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.