Ora, però, Delgado si sente tradito dall’America. L’ufficio di immigrazione Uscis ha respinto la sua richiesta di naturalizzazione per non aver superato il test di lettura in inglese. Peccato che Delgado legga fluentemente la lingua. Solo, a causa della sua disabilità, lo fa se il brano è scritto in Braille.
Il messicano lo aveva spiegato con chiarezza al funzionario quel 21 maggio 2019 quando, al termine dell’esame orale, quest’ultimo gli ha sottoposto un foglio stampato. Delgado aveva con sé anche il certificato di un ottico attestante la cecità. Nemmeno questo, però, ha convinto l’incaricato a dargli una versione in Braille. Per un semplice fatto: l’agenzia per l’immigrazione non prevedeva, allora, tale possibilità, a meno che la disabilità non fosse attestata da uno specialista. Condizione che, però, il giovane, senza assicurazione medica, non poteva permettersi di adempiere. A fine febbraio, così, Delgado ha ricevuto la temuta lettera: per lui niente cittadinanza.
Non è la prima volta che l’Uscis ha mancato di garantire pari opportunità a persone disabili. Una palese violazione della legge anti-discriminazione American Disability Act che ha scatenato varie battaglie legali.
Nel 2017, varie organizzazioni di difesa dei diritti degli immigrati sono riusciti a dare inizio a una causa federale. Proprio grazie a questi precedenti, insieme con la polemica mediatica, ora, potrebbe esserci un lieto fine per Delgado. Lo scorso novembre – sei mesi dopo l’esame del giovane –, l’agenzia per l’immigrazione ha iniziato ad offrire il test di lettura in Braille. E l’ufficio ha deciso di dare al giovane una seconda opportunità: il nuovo test è fissato per venerdì.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.