La Alan Kurdi salva 68 persone su un barcone. Secondo Alarm Phone: 600 persone riportate in Libia a marzo
Dal corrispondente da catania. Mentre l’attenzione di tutto il mondo era, ed è, rivolta verso l’emergenza coronavirus, nel mese di marzo almeno 600 persone avrebbero tentato la traversata del Mediterraneo centrale dalla Libia per poi essere riportati indietro. Lo sostiene Alarm Phone, l’organizzazione che gestisce le chiamate di soccorso dei migranti: «C’è chi ha ancora necessità di fuggire nonostante Covid-19 - ha twittato - e lo farà anche senza soccorso in mare. Temiamo che più vite siano a rischio nel Mediterraneo con il miglioramento del meteo».
Alarm Phone scrive «intercettati e respinti» ma non dice chi abbia riportato in Libia i migranti, se la Guardia costiera libica oppure navi mercantili di passaggio che, senza l’attenzione dei mesi scorsi sul fenomeno migrazioni nel Mediterraneo centrale, possono aver eseguito nel silenzio l’ordine di riportarli indietro anche se questo non è consentito dai trattati internazionali.
D’altronde appena questa mattina la Alan Kurdi, arrivata solo ieri in quel tratto di mare, ha compiuto il salvataggio di 68 migranti che erano su un barcone in legno «inadatto», come ha scritto la Ong tedesca Sea-eye che gestisce la nave, partita a inizio della scorsa settimana dalla base in Spagna. Secondo Sea-eye, «le forze libiche hanno interrotto il salvataggio e sparato colpi e molti dei migranti sono saltati in acqua», anche se poi ha specificato che «tutte le persone sono ora al sicuro a bordo».
Nei giorni scorsi il governo italiano avrebbe avvertito quello tedesco che, in caso di soccorsi da parte della Ong, l’Italia non si sarebbe fatto carico dei migranti. La Alan Kurdi è l’unica nave umanitaria presente nella zona Sar (di ricerca e soccorso) davanti alla Libia. Tutte le altre Ong hanno infatti sospeso le operazioni in mare, per questioni di sicurezza ma anche per poter rischierare medici e volontari sul «fronte» del coronavirus in diversi paesi europei, soprattutto in Italia e Spagna.
In serata, 36 migranti sono arrivati autonomamente a Lampedusa. Erano su una barca proveniente dalla Tunisia. Il sindaco dell'isola, Totò Martello, ha subito firmato un'ordinanza per metterli tutti in quarantena nell'hotspot di contrada Imbriacola. Tra le persone arrivate ci sono anche 11 donne di cui due in gravidanza. L'ultimo sbarco a Lampedusa risale alla metà di marzo.
La pandemia non sta risparmiando nemmeno i Paesi della sponda sud del Mediterraneo: in Libia finora sono stati accertati 18 casi con un decesso, 574 i casi in Tunisia con 22 decessi, 1320 in Algeria con 152 decessi, 1113 in Marocco con 71 decessi.
In serata, 36 migranti sono arrivati autonomamente a Lampedusa. Erano su una barca proveniente dalla Tunisia. Il sindaco dell'isola, Totò Martello, ha subito firmato un'ordinanza per metterli tutti in quarantena nell'hotspot di contrada Imbriacola. Tra le persone arrivate ci sono anche 11 donne di cui due in gravidanza. L'ultimo sbarco a Lampedusa risale alla metà di marzo.
La pandemia non sta risparmiando nemmeno i Paesi della sponda sud del Mediterraneo: in Libia finora sono stati accertati 18 casi con un decesso, 574 i casi in Tunisia con 22 decessi, 1320 in Algeria con 152 decessi, 1113 in Marocco con 71 decessi.
Proprio in Marocco si registra oggi il tentativo di fuga verso l’enclave spagnola di Melilla di circa 260 migranti. Una cinquantina è riuscita a scavalcare le barriere e ad entrare in territorio spagnolo, quindi europeo, nella speranza di poter così più facilmente raggiungere il vecchio Continente, per nulla intimoriti dalla grave crisi sanitaria in corso.
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