In Cina, nella regione ricchissima di petrolio e gas dello Xjiang vivono più di 10 milioni di uiguri. Parlano un dialetto turco e i loro tratti somatici ricordano molto i popoli dell’Asia centrale. Di loro si parla solitamente poco, li si nomina solo per ricordare le centinaia di migliaia di uiguri e di altre minoranze musulmane detenuti nei campi di “rieducazione” cinesi.
Centri che il governo centrale definisce siti per favorire l’apprendimento di utili capacità di carriera, ma sono molti quelli usciti da questi centri che parlano di prigionia e di luoghi dove viene fatto una sorta di lavaggio del cervello di massa e inculcata l’obbedienza al partito comunista.
Dal 2001 in Cina è in atto una forma di repressione nei confronti dei movimenti indipendentisti e separatisti, i cui inizi risalgono alla prima metà del Novecento. Col tempo la minoranza musulmana che vive in Cina è stata vittima di forme di repressione sempre maggiori da parte delle autorità. Nel 2009 nello Xinjiang, per fermare una manifestazione di uiguri, morirono centinaia di persone.
C. Alessandro Mauceri
C. Alessandro Mauceri
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