La Corte ha dichiarato la norma in contrasto con l'art. 3 della Costituzione, per irrazionalità intrinseca (non ha nulla a che vedere con la sicurezza) e per disparità di trattamento.
L'Ufficio stampa della Corte Costituzionale fa sapere che la disposizione del primo Decreto Sicurezza che preclude l'iscrizione all'anagrafe dei richiedenti asilo non è stata ritenuta dalla Corte in contrasto con l'articolo 77 della Costituzione sui requisiti di necessità e di urgenza dei decreti legge ma è tuttavia in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione
("Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali")
sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l'accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti. Per questo la norma è stata dichiarata 'irragionevole'.
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