Pagine

mercoledì 9 settembre 2020

Grecia, incendio nel campo migranti di Moria a Lesbo: migliaia in fuga nella notte. Atene dichiara lo stato di emergenza sull’isola per 4 mesi

Il Fatto Quotidiano
Secondo alcune fonti le fiamme sono state appiccate deliberatamente contro le nuove restrizioni anti-Covid. In 35 erano risultati positivi al virus. La commissaria Ue Ylva Johansson. "Ho accettato di finanziare il trasferimento immediato e l’alloggio sulla terraferma dei 400 bambini e adolescenti non accompagnati". Cinquanta andranno in Norvegia, Germania pronta a ospitare. Denuncia Msf: "Le persone a Moria vivono in condizioni disumane da anni"


Il campo profughi di Moria, situato sull’isola greca di Lesbo, è stato quasi completamente distrutto dalle fiamme dopo una serie di incendi scoppiati nella notte. Stando alle prime informazioni, migliaia di persone sono fuggite, anche se il sindaco di Mitilene (la città principale dell’isola) ha detto alla radio privata Skai Stratos Kytelis che “più di 12mila migranti sono sorvegliati dalla poliziasu un’autostrada”. 

Al momento non si hanno notizie di feriti, ma preoccupa la possibilità che tra le persone fuggite possa esserci qualcuno positivo al coronavirus, dato che la settimana scorsa 35 ospiti sono risultati positivi al tampone. Nel campo, ricorda l’Agenzia dell’Onu per i Rifugiati, sono presenti “più di 4mila bambini e altri gruppi vulnerabili, inclusi 407 bambini non accompagnati, donne incinte e anziani”.


Le fiamme sono state domate, ma hanno distrutto il centro sanitario e ampie aree residenziali.. Una situazione che ha spinto il governo greco a dichiarare a Lesbo lo stato di emergenza per 4 mesi. Il portavoce dell’esecutivo, Stelios Petsas, ha annunciato la decisione a seguito di una riunione di emergenza presieduta dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Con lo stato di emergenza, Atene ha inviato tutte le forze, compresa la polizia, il personale antincendio e altri lavoratori pubblici per sostenere l’isola e i richiedenti asilo. 

Nel pomeriggio sono attesi sul posto il ministro dell’Interno Takis Theodorikakos, il ministro dell’Immigrazione Notis Mitarachi e il presidente dell’Organizzazione nazionale per la sanità pubblica Panagiotis Arkoumaneas. 

“Finora non è stata registrata alcuna perdita di vite umane, mentre i 408 minori rifugiati non accompagnati sono stati trasferiti in un luogo sicuro. Stanno bene. La priorità è proteggere i vulnerabili che vivevano a Moria. Stiamo per trasferirli in hotel sicuri e in altri alloggi”, ha detto il viceministro della Sanità Giorgos Koumoutsakos.

La reazione dell‘Unione europea non si è fatta attendere: la commissaria europea agli affari interni Ylva Johansson scrive su Twitter di aver “già accettato di finanziare il trasferimento immediato e l’alloggio sulla terraferma dei restanti 400 bambini e adolescenti non accompagnati” in quanto, aggiunge, “la sicurezza e il riparo di tutte le persone a Moria sono la priorità”. 

Solidarietà unanime da parte delle autorità europee, tra cui il presidente del Parlamento europeo David Sassoli (che parla di “emergenza umanitaria”) e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha chiesto al vicepresidente Margheritis Schinas “di andare in Grecia al più presto”. 

Intervenuto anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo: “Siamo in contatto con le autorità greche e pronti a mobilitare il nostro aiuto. Piena solidarietà con gli abitanti di Lesbo che stanno fornendo riparo ai migranti e allo staff”. Vicinanza espressa anche dal commissario europeo Paolo Gentiloni: “La Commissione europea collabora con le autorità greche per gestire l’emergenza umanitaria” scrive in un tweet. Intanto la Norvegia, attraverso le parole della premier Erna Solberg, ha già deciso di accogliere 50 dei residenti registrati nel campo di Lesbo, dando priorità ai “più vulnerabili”, ovvero le famiglie con bambini e i minori di 14 anni.

FQ

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.