L'avvocatessa lascia l'incarico di emissaria per i media e la libertà di stampa: e’ diventato impossibile «chiedere agli altri Stati di rispettare gli obblighi internazionali quando il Regno Unito dichiara che non intende farlo»
Non sono le prime dimissioni per protesta contro il controverso disegno di legge sulla Brexit che viola il diritto internazionale, ma fanno molto rumore. Soprattutto fuori da Westminster.
La pietra dello scandalo e’, nemmeno a dirlo, legata alla Brexit, e in particolare ad un disegno di legge che mira ad aggirare alcune delle norme contenute nell’accordo di divorzio tra Bruxelles e Londra siglato appena un anno fa.
LONDRA. Non sono le prime dimissioni per protesta contro il controverso disegno di legge sulla Brexit che viola il diritto internazionale, ma fanno molto rumore. Soprattutto fuori da Westminster. Amal Clooney, avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani e moglie della superstar George, abbandona il ruolo di consulente del governo britannico per la libertà d’informazione. «Non ho alternative alle dimissioni», dice nella lettera indirizzata al ministro degli Esteri Dominic Raab. «Sono delusa di doverlo fare, sono sempre stata orgogliosa della reputazione del Regno Unito quale campione dell’ordine giuridico internazionale e della cultura del fair play». Ma, con la logica ineccepibile di chi e’ abituato alle aule di tribunale, Amal sottolinea che e’ diventato impossibile «chiedere agli altri Stati di rispettare gli obblighi internazionali quando il Regno Unito dichiara che non intende farlo». Un (ulteriore) danno di immagine per un Paese che al momento non ne ha davvero bisogno, inflitto non da uno dei paludati conservatori che dai corridoi di Westminster si lamentano di Boris Johnson, ma da una professionista di alto profilo nonché “celebrity” globale.
La pietra dello scandalo e’, nemmeno a dirlo, legata alla Brexit, e in particolare ad un disegno di legge che mira ad aggirare alcune delle norme contenute nell’accordo di divorzio tra Bruxelles e Londra siglato appena un anno fa. Un testo necessario a preservare l’integrità del Regno Unito, secondo il primo ministro, ma che, per surreale ammissione stessa del governo, viola il diritto internazionale «in maniera specifica e limitata». Amal, che lascia un incarico di emissario speciale del Foreign Office britannico per promuovere la libertà d'informazione nel mondo, si e’ detta «sconcertata» dalla mossa del governo, che ha definito «deplorevole». La sua decisione, ha spiegato nella lettera di dimissioni, e’ stata presa al termine di un incontro con Raab in cui, dice, non ha avuto «alcuna rassicurazione su un cambiamento di posizione imminente» riguardo alla legge.
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