Città del Messico - L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani(OHCHR) ha appena celebrato la decisione del Senato della Repubblica messicana di riconoscere la competenza del Comitato contro il triste fenomeno della sparizione forzata, dei cosiddetti desaparecidos. Un chiaro messaggio della priorità che dovrebbe avere per tutte le autorità messicane questo terribile problema.
Foto: AP |
I numeri dei desaparcidos e le fosse clandestine. Il ministro Alejandro Encinas Rodríguez ha sottolineato in una conferenza stampa lo scorso agosto che il numero delle sparizioni è fortemente sceso. Tra gennaio e giugno 2019 sono stati registrati 3.679 scomparsi, mentre per lo stesso periodo del 2020 sono stati segnalati 2.332 casi. Bisogna sempre considerare che non si tratta di cifre assolute in quanto vi sono sei Stati che non hanno forniscono tutti i dati. Da quando Andrés Manuel López Obrador ha assunto la presidenza, 63.523 persone sono scomparse. Di questi, 35mila 652 sono stati trovati e 27mila 871 persone ancora non sono state trovate: 33.327 furono trovati vivi e 2.352 morti. Per quanto riguarda le fosse clandestine, il ministro ha detto che dal dicembre 2006 ad oggi le tombe illegali sono 3.978, di cui 6.625 sono state riesumate.
Un problema dimenticato per anni. Il governo messicano dopo questa decisione deve rispettare le molteplici raccomandazioni formulate da diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, e che il riconoscimento della competenza del Comitato contro la sparizione forzata significa l’obbligo di ricevere ed esaminare tutte le denunce, e soprattutto aprire il cammino a una attenzione specializzata alle vittime per proteggere i loro diritti, lavorando per garantire la non ripetizione. Dal 2013 il Comitato delle Nazioni Unite contro le sparizioni forzate ha chiesto al Messico di effettuare una visita nel Paese per esaminare direttamente il problema dei desaparecidos, con l'intento di identificare le linee d'azione per proteggere i diritti delle persone. Un impegno preso il 30 agosto dal presidente Andrés Manuel López Obrador.
Quegli undicimila in più. La cifra di 73mila 201 scomparsi rappresenta un aumento di oltre 11mila rispetto all'ultima volta che sono state offerte queste cifre, che era il 6 gennaio, quando il numero delle persone era stimato a 61mila 637. Questo non vuol dire che negli ultimi sette mesi siano scomparse 11mila persone, ma piuttosto che si è riusciti ad aggiungere al registro persone che fino ad ora non erano state inserite. Cifre che dimostrano l’importanza di questa nuova azione. All'unanimità, con 107 voti i senatori hanno approvato la dichiarazione inviata dal presidente Andrés Manuel López Obrador, un'azione appunto che era stata elusa nei sei anni di Enrique Peña Nieto, riluttante a invocare aiuti stranieri per combattere i suoi grandi mali.
Un problema dimenticato per anni. Il governo messicano dopo questa decisione deve rispettare le molteplici raccomandazioni formulate da diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, e che il riconoscimento della competenza del Comitato contro la sparizione forzata significa l’obbligo di ricevere ed esaminare tutte le denunce, e soprattutto aprire il cammino a una attenzione specializzata alle vittime per proteggere i loro diritti, lavorando per garantire la non ripetizione. Dal 2013 il Comitato delle Nazioni Unite contro le sparizioni forzate ha chiesto al Messico di effettuare una visita nel Paese per esaminare direttamente il problema dei desaparecidos, con l'intento di identificare le linee d'azione per proteggere i diritti delle persone. Un impegno preso il 30 agosto dal presidente Andrés Manuel López Obrador.
Quegli undicimila in più. La cifra di 73mila 201 scomparsi rappresenta un aumento di oltre 11mila rispetto all'ultima volta che sono state offerte queste cifre, che era il 6 gennaio, quando il numero delle persone era stimato a 61mila 637. Questo non vuol dire che negli ultimi sette mesi siano scomparse 11mila persone, ma piuttosto che si è riusciti ad aggiungere al registro persone che fino ad ora non erano state inserite. Cifre che dimostrano l’importanza di questa nuova azione. All'unanimità, con 107 voti i senatori hanno approvato la dichiarazione inviata dal presidente Andrés Manuel López Obrador, un'azione appunto che era stata elusa nei sei anni di Enrique Peña Nieto, riluttante a invocare aiuti stranieri per combattere i suoi grandi mali.
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