L’attivista vietnamita per i diritti umani, Pham Doan Trang, è stata arrestata il 6 Ottobre scorso mentre si trovava in un appartamento nella città di Ho Chi Minh. L’arresto, di cui ha dato notizia l’associazione “Human rights watch”, è stato eseguito dalla polizia poco dopo la conclusione della 24esima edizione del “Dialogo annuale USA-Vietnam sui diritti umani” cui Trang aveva partecipato.
Pham Doan Trang è una delle attiviste per i diritti umani più conosciute in Vietnam.
L’attivista vietnamita per i diritti umani, Pham Doan Trang |
La sua principale attività è quella di promuovere la libertà di informazione nel contesto di uno Stato a guida socialista che non vede di buon occhio il dissenso. Oltre ad essere autrice di numerosi libri è cofondatrice del blog luật khoa tạp chí, “Giornale di diritto”.
Nei suoi scritti, letti da moltissime persone, Trang si occupa del tema della difesa della dignità umana declinandolo in ogni suo aspetto: dalle questioni di genere al problema relativo al cambiamento climatico. Proprio la visibilità di cui gode, però, l’ha resa un soggetto sgradito al governo.
Il Vietnam è definibile come una Repubblica costituzionale a guida socialista.
Il potere politico è detenuto saldamente dal Partito comunista vietnamita. La principale carica istituzionale, non a caso, è quella del segretario generale del partito. A partire dal 2018, per la prima volta dai tempi di Ho Chi Minh, il leader del partito, Nguyễn Phú Trong, ricopre anche il ruolo di Presidente del Vietnam.
Nonostante l’attenzione internazionale, testimoniata anche dalla pratica dei “Dialoghi USA-Vietnam sui diritti umani” precedentemente citati, la situazione dei diritti umani in Vietnam è critica e le scelte politiche degli ultimi anni non forniscono segnali di volontà di correzione in tal senso.
Solo nel 2017, per esempio, il codice penale è stato modificato in modo tale da prevedere pene più severe per coloro che esprimono il proprio dissenso nei confronti di chi detiene il potere. Una legge del 2019, poi, richiede che le compagnie di telecomunicazioni straniere eliminino i contenuti in rete sgraditi al governo entro le 24 ore dalla loro messa on-line.
L’accusa che si trova a fronteggiare oggi Pham Doan Trang fa riferimento all’articolo 117 del codice penale vietnamita pensato per punire coloro che “producono, immagazzinano e diffondono informazioni, materiali e prodotti che cercano di opporsi alla Repubblica federale del Vietnam”. La condanna per tale reato può comportare fino a vent’anni di reclusione.
Non si può dire, però, che l’arresto sia arrivato come una sorpresa per Trang.
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Silvia Andreozzi
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