Ora diteci dov’è Akram Aylisli. Coscienza (rinnegata) degli azeri
Lo scrittore, 83 anni, ha denunciato le violenze del suo popolo sugli armeni. Era atteso a ottobre a un evento internazionale, poi annullato e rinviato al 4 dicembre
Lo scrittore, 83 anni, ha denunciato le violenze del suo popolo sugli armeni. Era atteso a ottobre a un evento internazionale, poi annullato e rinviato al 4 dicembre
Che fine ha fatto Akram Aylisli che sei anni fa fu candidato al Nobel per la pace come una sorta di "Sakharov dei Balcani"? Hanno provato in tanti, da quando un mese fa è riesplosa la sanguinosa guerra nel Nagorno-Karabakh, a cercare un contatto col grande scrittore azero accusato dai suoi compatrioti nazionalisti d'aver "tradito" l'Azerbaigian narrando la decimazione di un secolo fa degli armeni nel suo villaggio d'origine, Ajlis, in quella che oggi è la Repubblica autonoma di Naxcivan, l'exclave azera stretta tra l'Iran, l'Armenia e la Turchia.
Niente da fare. Vaghe rassicurazioni. Pare che... Forse... Probabilmente... L'ultima traccia, anzi, ha lasciato nuovi dubbi. Il 16 ottobre scorso infatti, dopo anni di silenzi, l'ottantatreenne e malandato autore di Sogni di pietra, pubblicato la prima volta in Occidente nel 2015 da Guerini, avrebbe dovuto partecipare, sia pure in remoto da Baku, la capitale azera dove vive come fosse in domicilio coatto, alla presentazione di Farewell, Aylis, Addio Aylis, la trilogia uscita due anni fa negli Stati Uniti.
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Gian Antonio Stella
Gian Antonio Stella
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