Il direttore amministrativo dell'Eipr è stato fermato nella notte: contro di lui le stesse accuse mosse allo studente dell'università di Bologna. Nei giorni scorsi i rappresentanti del gruppo avevano incontrato gli ambasciatori dei Paesi europei, di Usa e Canada per esprimere preoccupazione sullo stato dei diritti umani
Le autorità egiziane hanno arrestato il direttore amministrativo dell'Eipr, una ong per i diritti umani con cui collaborava Patrick Zaky, lo studente egiziano dell'università di Bologna di 28 anni e che è detenuto al cairo da ormai nove mesi. L'accusa per Mohammed Basheer è di "appartenenza a un gruppo terroristico", "diffusione di notizie false sui social" e di "finanziamento del terrorismo", secondo quanto da detto l'organizzazione. "In un'escalation senza precedenti per l'Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr), una forza di sicurezza ha arrestato in casa sua il direttore amministrativo dell'Eipr", ha detto l'organizzazione.
L'Eipr ha dichiarato che Basheer è stato interrogato dalla Procura suprema per la sicurezza dello Stato (Sssp) sul lavoro dell'organizzazione e una visita specifica all'inizio di questo mese al suo ufficio del Cairo "da parte di un certo numero di ambasciatori e diplomatici" per discutere dei diritti umani.
L'Eipr ha dichiarato che Basheer è stato interrogato dalla Procura suprema per la sicurezza dello Stato (Sssp) sul lavoro dell'organizzazione e una visita specifica all'inizio di questo mese al suo ufficio del Cairo "da parte di un certo numero di ambasciatori e diplomatici" per discutere dei diritti umani.
Tra gli ambasciatori era presente anche quello dell'Italia, Giampaolo Cantini. E' stato posto in custodia cautelare per 15 giorni e sarà interrogato in un secondo momento, ha aggiunto l'Eipr che chiede alle autorità di rilasciarlo immediatamente.
Secondo la legge egiziana, la custodia cautelare può durare fino a due anni, ma spesso il periodo è prolungato. Basheer è tra gli altri avvocati, attivisti e giornalisti di spicco per i diritti umani accusati in un unico caso noto localmente come causa 855/2020.
"La detenzione di Mohammed Basheer è solo l'ultimo episodio della repressione in corso che mira a intimidire e spaventare i professionisti legali e dei diritti umani, nonchè gli attivisti", ha evidenziato l'Eipr in una nota.
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