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martedì 23 febbraio 2021

Paraguay - Rivolta di centinaia di detenuti nel carcere di Tacumbú, il più grande del paese, almeno 7 morti

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Una protesta scoppiata nella prigione di Tacumbú, la più grande del Paraguay, martedì 16 febbraio, si è conclusa con un bilancio di almeno 7 vittime tra la popolazione carceraria. Centinaia di detenuti, armati di coltello, hanno scatenato oltre 24 ore di caos, prendendo il controllo di uno dei padiglioni della prigione, sequestrando 19 guardie e massacrandosi tra di loro. L’intervento delle forze antisommossa ha permesso di riportare l’ordine. Gli agenti, tuttavia, non sono riusciti ad evitare l’uccisione di almeno 7 persone, 3 delle quali decapitate. 

“Non si tratta di uno scontro tra clan”, ha chiarito il ministro della Giustizia, Cecilia Pérez, in un’intervista radiofonica, mercoledì 17 febbraio, dopo che alcuni media locali avevano fatto accenno ad una lite tra detenuti della mafia paraguaiana, Clan Rotela, e membri del gruppo brasiliano, Primer Comando Capital (PCC), la più grande organizzazione criminale del Sud America, che controlla parte del traffico illegale di droga, armi e persone al confine tra Brasile, Argentina e Paraguay. Secondo il governo di Asunción, la rivolta sarebbe iniziata in seguito al trasferimento di un detenuto del PCC che distribuiva droga all’interno della prigione. Andando più nel dettaglio, il ministro ha successivamente rivelato che la protesta sarebbe stata provocata dalla reazione di un settore organizzato contro il trasferimento di un pericoloso prigioniero, Efrén Orlando Benitez, coinvolto in un presunto piano di fuga che avrebbe consentito a diversi detenuti di scappare. Benitez era stato condannato a 19 anni di carcere nel gennaio 2020.

Mentre il caos dilagava all’interno di Tacumbú, fuori dal carcere, le famiglie di centinaia di detenuti si erano radunate per chiedere cosa stesse succedendo. Davanti all’entrata principale della prigione, file di poliziotti antisommossa stavano schierati, pronti ad entrare, con elmetti, scudi, manganelli e armi da fuoco. La tensione saliva dentro e fuori l’edificio, situato vicino al centro della capitale paraguaiana. Le tv diffondevano immagini dei rapitori che minacciavano di uccidere le guardie. Secondo gli ostaggi, circa 1.000 persone si sarebbero ammutinate mentre almeno 19 guardie carcerarie sarebbero state sequestrate.

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