La minaccia del terrorismo di matrice jihadista non si è attenuata col Covid-19. E’ solo rimasta sotto traccia, ma ha continuato a dilagare ugualmente soprattutto in Africa
L’emergenza COVID 19 ha distratto la nostra attenzione dalla minaccia del terrorismo, facendoci ritenere che la stessa fosse stata ridimensionata dalla globale diffusione della pandemia.
Purtroppo questa idea si è rivelata una fallace speranza, come confermano gli ultimi eventi soprattutto in Africa. Vaste aree del continente sono sempre più instabili, come conferma l’uccisione in Repubblica Democratica del Congo (RDC) dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista locale.
Anche se gli elementi finora acquisiti sulla dinamica dell’evento sembrano escludere che non ci siano gruppi jihadisti dietro al fallito rapimento, occorre tuttavia considerare anche che l’area è, però, contigua alla zona est dell’Africa equatoriale. Quadrante caratterizzato dalla presenza di consistenti cellule dello Stato Islamico in Mozambico, Tanzania e Kenya (ISCAP), oltre che dalla ben nota struttura di Al-Shabaab (Gioventù), che ormai dominano quasi tutta la Somalia.
La situazione in Sahel avvantaggia IS
Ci sono anche altri elementi “esterni” all’Africa sui rischi di un’escalation del terrorismo jihadista
Agli eserciti Occidentali servirà tempo per “tararsi” sul nuovo scenario
L’Africa Centrale e il Sahel sono punti cruciali nella filiera dei migranti verso l’Italia, porta per tutta l’Europa
L’Africa diventa epicentro della minaccia di matrice jihadista
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