Le unità navali di Stati Uniti, Italia e altri undici paesi europei ed africani si esercitano alla guerra aeronavale nel Mediterraneo centrale mentre a poche miglia lontano centinaia di migranti affogano nel tentativo di raggiungere le coste siciliane.
[...] I war games nelle acque del Canale di Sicilia si concluderanno venerdì 28 maggio e vedono la partecipazione di unità aeronavali di Stati Uniti d’America, Tunisia, Algeria, Belgio, Egitto, Francia, Grecia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna e Italia.
“L’esercitazione navale in nord Africa è pianificata per rafforzare la cooperazione regionale, la capacità di risposta, lo scambio di informazioni e l’interoperabilità tra i suoi partecipanti in questa regione critica”, spiega l’ammiraglio Robert P. Burke, comandante di U.S. Naval Forces Europe-Africa. “Il Mediterraneo è la linfa vitale del commercio mondiale e la sicurezza regionale e la stabilità sono cruciali per la prosperità globale”.
Tra gli obiettivi prioritari dell’esercitazione pure quello di migliorare la collaborazione e il coordinamento degli alleati statunitensi nel Mediterraneo nelle attività di contrasto ai flussi migratori sulla rotta Africa-Europa.
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Peccato che proprio il giorno successivo all’avvio dei giochi di guerra in acque tunisine, martedì 18 maggio, si è verificata una delle peggiori tragedie in mare del 2021, il naufragio di un’imbarcazione e la morte di oltre 50 migranti a poche miglia di distanza dalla città tunisina di Sfax. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero della Difesa di Tunisi, Mohamed Zekri, 33 persone sono state soccorse in mare dai lavoratori di una piattaforma petrolifera off-shore, mentre sarebbe stata del tutto inutile la ricerca dei dispersi da parte di alcune unità della marina tunisine “prontamente” inviate nell’area del naufragio.
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In questi giorni sono in aumento le segnalazioni da parte delle organizzazioni non governative internazionali di imbarcazioni in avaria nel Mediterraneo centrale. Centinaia e centinaia di migranti in fuga dagli innumerevoli conflitti africani e mediorientali volutamente ignorati o “non intercettati” dagli aerei-spia, dai droni e dai satelliti di Frontex, o dai radar delle innumerevoli unità da guerra USA, NATO e nordafricane in addestramento bellico.
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In questi giorni sono in aumento le segnalazioni da parte delle organizzazioni non governative internazionali di imbarcazioni in avaria nel Mediterraneo centrale. Centinaia e centinaia di migranti in fuga dagli innumerevoli conflitti africani e mediorientali volutamente ignorati o “non intercettati” dagli aerei-spia, dai droni e dai satelliti di Frontex, o dai radar delle innumerevoli unità da guerra USA, NATO e nordafricane in addestramento bellico.
Sono donne, uomini e bambini condannati a restare senza nome, invisibili, vittime innocenti della cinica guerra alle migrazioni.
Antonio Mazzeo
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