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domenica 12 settembre 2021

Emergenza migranti. La "fortezza Europa" non risponde con l'accoglienza ma con nuovi muri in Lituania, Grecia, Polonia che si aggiungono ai muri già costruiti in Bulgaria, Turchia, Croazia e Slovenia e altri.

Wired
La Lituania costruirà una barriera lunga 508 chilometri, la Grecia ne ha già completati 40 e la Polonia ne innalzerà altri 130. Oltre mille chilometri di recinzioni percorrono i confini europei.


Si stagliano invalicabili per oltre mille chilometri i muri anti-migranti eretti dai paesi europei negli ultimi anni. I confini orientali dell’Unione sono ormai delineati da schermi di ferro, filo spinato e muri che fanno sfigurare quello messicano voluto dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. 

Da quando la crisi migratoria del 2015 ha messo in mostra le carenze strutturali dell’Unione in tema di accoglienza, gli stati membri hanno eretto sempre più ostacoli, per impedire l’arrivo dei migranti dall’Africa, dal Medio Oriente o da altri paesi limitrofi, creando quella che viene chiamata la “fortezza” europea.

Ora, anche a causa della nuova crisi in Afghanistan, si stanno innalzando sempre più velocemente nuovi muri, equipaggiati con le ultime tecnologie di sorveglianza. Negli ultimi giorni la Grecia ha completato 40 chilometri di muro al confine con la Turchia, mentre i governi di Polonia e Lituania hanno approvato la costruzione di nuove barriere lungo tutto il confine con la Bielorussia.

Il muro greco
La presa di Kabul da parte dei talebani ha scatenato in tutta Europa il timore di dover affrontare una nuova ondata migratoria come nel 2015, quando più di un milione di persone ha tentato di attraversare le frontiere passando per la penisola ellenica. 

In Grecia si trovano già più di 400 agenti di Frontex(l’Agenzia europea di guardia costiera e di frontiera), diverse decine di veicoli, equipaggiati con videocamere termiche e cannoni sonori, otto motovedette e due palloni aerostatici dotati di telecamere di sorveglianza ibride con sistemi di identificazione automatica. 

Un apparato high tech di sorveglianza al quale vanno aggiunti 40 chilometri di muro, anch’esso provvisto di sistemi di riconoscimento e radar per individuare i migranti, terminato da pochi giorni lungo il confine con la Turchia e progettato da tempo.

Il blocco lituano
A inizio agosto, il parlamento di Vilnius ha autorizzato la costruzione di 508 chilometri di barriera che separeranno definitivamente il paese dalla sua ex compagna sovietica: la Bielorussia. 

Il muro dovrebbe essere completato entro la fine del 2022, nonostante le proteste delle organizzazioni umanitarie che, non a torto, ricordano come lo stato del presidente Alexander Lukashenko sia già soggetto a sanzioni europee per le repressioni a danno dei dissidenti politici. 

Il progetto lituano potrebbe anche ricevere finanziamenti europei, dopo che i vari ministri degli Esteri del blocco hanno espresso solidarietà e approvazione verso la costruzione della nuova barriera.

La frontiera polacca
La Polonia è l’ultimo paese europeo ad aver iniziato la costruzione di un muro anti-migranti, sempre al confine della Bielorussia. La recinzione sarà alta circa 2 metri e mezzo e lunga circa 130 chilometri. Secondo le dichiarazioni del ministro della difesa polacco, Mariusz Błaszczak verrà anche aumentata la presenza militare lungo il confine, raggiungendo le 2000 unità militari impiegate.

Le altre barriere
Tra Bulgaria e Turchia esistono già circa 200 chilometri di filo spinato, torrette presidiate da militari e videocamere a infrarossi e sensibili al calore. L’Ungheria ha già eretto più di 500 chilometri di recinzione lungo il confine con Croazia e Serbia, mentre l’Austria ne ha costruita una di 3 chilometri con la Slovenia, che ne ha eretta un’altra di 200 con la Croazia. Inoltre altre recinzioni separano le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, in Marocco, e il porto di Calais, in Francia.

Kevin Carboni

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