I corridoi umanitari rappresentano una speranza per uomini, donne e bambini che scappano da situazioni di difficoltà estrema.
Il tema dei migranti scuote come sempre il nostro Paese, facendo contare, anche in quest’ultimo periodo, un numero consistente di vittime. Molti migranti sono ancora in mare aspettando navi in loro soccorso. Altri, invece, sono riusciti a raggiungere le coste salentine e calabresi: i numeri parlano di più di mille persone.
Solo quest’anno ci sono state circa 1.500 morti di migranti dalla Libia. Parimenti elevato è anche il totale delle persone catturate e portate indietro nel proprio paese (25.000) così come il totale delle persone che sono riuscite a raggiungere l’Italia (64.000), dove abbiamo bisogno di lavoratori stranieri.
Infatti, dal “decreto flussi” si evince come in molti settori vi sia carenza di manodopera. La possibilità di impiegare risorse provenienti da altri Paese possa rappresentare una grande opportunità per risolvere questo problema.
La politica Mediterranea e il protocollo d’intesa del 4 novembre
La comunità internazionale dovrebbe trovare degli accordi con i Paesi nordafricani (e, in generale, con i Paesi dai quali partono i flussi migratori) per gestire gli spostamenti dei migranti in maniera non soltanto efficace ma, soprattutto, umana. La politica Mediterranea mostra non poche lacune, aggravate dall’indifferenza di alcuni Stati, ma auspichiamo che trattati e intese a livello internazionale possano portare dei miglioramenti nell’immediato futuro. È giusto che i governi pensino al benessere nazionale ma è altrettanto corretto prestare attenzione a interessi mondiali comuni, facendosi carico di responsabilità e abbracciando una visione più ampia, universale. Già con il nuovo protocollo di intesa del 4 novembre 2021, che coinvolge il governo italiano, organismi internazionali, federazioni e comunità, si aprono le porte per l’arrivo di circa 1.200 migranti afghani bisognosi di protezione e aiuto umanitario.
Corridoi umanitari, famiglie e integrazione sociale
Nonostante la speranza che si possa fare ancor di più in futuro, sono già molte le associazioni e le comunità che si danno da fare per accogliere e integrare i migranti attraverso i corridoi umanitari, dando speranza a uomini, donne e bambini che scappano da situazioni di difficoltà estrema. È nostro diritto morale e sociale aiutare questi migranti e non lasciarli nei loro Paesi in cui i diritti umani vengono calpestati. Sant’Egidio, e il suo fondatore Andrea Riccardi, sono in prima linea sul tema corridoi umanitari, prevedendo, nei prossimi due anni, l’arrivo di circa 600 persone.
Purtroppo, il tema dei migranti nel mondo porta con sé storie drammatiche: famiglie spezzate, genitori che vedono perdere i propri figli o gli amici più cari… traumi profondi e indelebili che condizionano le vite di queste persone.
La politica Mediterranea e il protocollo d’intesa del 4 novembre
La comunità internazionale dovrebbe trovare degli accordi con i Paesi nordafricani (e, in generale, con i Paesi dai quali partono i flussi migratori) per gestire gli spostamenti dei migranti in maniera non soltanto efficace ma, soprattutto, umana. La politica Mediterranea mostra non poche lacune, aggravate dall’indifferenza di alcuni Stati, ma auspichiamo che trattati e intese a livello internazionale possano portare dei miglioramenti nell’immediato futuro. È giusto che i governi pensino al benessere nazionale ma è altrettanto corretto prestare attenzione a interessi mondiali comuni, facendosi carico di responsabilità e abbracciando una visione più ampia, universale. Già con il nuovo protocollo di intesa del 4 novembre 2021, che coinvolge il governo italiano, organismi internazionali, federazioni e comunità, si aprono le porte per l’arrivo di circa 1.200 migranti afghani bisognosi di protezione e aiuto umanitario.
Corridoi umanitari, famiglie e integrazione sociale
Nonostante la speranza che si possa fare ancor di più in futuro, sono già molte le associazioni e le comunità che si danno da fare per accogliere e integrare i migranti attraverso i corridoi umanitari, dando speranza a uomini, donne e bambini che scappano da situazioni di difficoltà estrema. È nostro diritto morale e sociale aiutare questi migranti e non lasciarli nei loro Paesi in cui i diritti umani vengono calpestati. Sant’Egidio, e il suo fondatore Andrea Riccardi, sono in prima linea sul tema corridoi umanitari, prevedendo, nei prossimi due anni, l’arrivo di circa 600 persone.
Purtroppo, il tema dei migranti nel mondo porta con sé storie drammatiche: famiglie spezzate, genitori che vedono perdere i propri figli o gli amici più cari… traumi profondi e indelebili che condizionano le vite di queste persone.
Il nostro Paese, attraverso organizzazioni o comunità come Sant’Egidio, si impegna ad accogliere i migranti e molto spesso a ricongiungere le famiglie disperse durante i viaggi o divise da leggi europee restrittive sul ricongiungimento familiare, avendo cura che un rifugiato non resti separato a lungo da moglie e figli. Le persone in difficoltà vengono seguite da famiglie italiane in un processo di integrazione sociale finanziato dall’ 8xmille della Cei, da altre associazioni, parrocchie e cittadini che hanno voluto offrire un aiuto.
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