Amnesty International ha criticato la legge, approvata ieri dal Parlamento turco, che prevede pene fino a tre anni di reclusione per chi diffonde "disinformazione" o "fake news" su internet. "Oggi è un altro giorno buio per la libertà di espressione on-line e la libertà di stampa in Turchia", ha affermato Guney Yildiz, ricercatore della sezione turca di Amnesty International.
Citando un "maggiore controllo del governo sui media negli ultimi anni", Yildiz ha affermato che "con il pretesto di combattere la disinformazione" il nuovo provvedimento "consente al governo di censurare ulteriormente e mettere a tacere le voci critiche in vista delle prossime elezioni in Turchia", che si terranno nella primavera del 2023. Secondo Amnesty, con la nuova legge, ci potrebbero essere arresti per persone che semplicemente ritwittano contenuti ritenuti "disinformazione".
Il provvedimento, voluto dal partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, prevede infatti sanzioni penali per chi viene ritenuto colpevole di avere diffuso on-line informazioni false o fuorvianti e richiede ai social network e ai siti internet di consegnare dati personali di utenti sospettati di "propagare informazioni ingannevoli".
La legge consente ai tribunali di condannare, a pene che vanno da 1 a 3 anni di reclusione, giornalisti accreditati e regolari utenti dei social media che "diffondono apertamente informazioni fuorvianti".
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